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Greg e la “penultima”, come nel 2005 con il cuore in gola

Cinque maggio Salernitana-Cosenza. Cinque giugno c'era il già salvo Ascoli. Granata trascinati da 26.490 tifosi

Pasquale Petrosino

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Una calda serata. Cinque giugno 2005. Ricordate? Sarebbe opportuno farlo. La corsa alla sopravvivenza cadetta, ingolfata. Sulle gradinate dell’Arechi 26.490 cuori pulsanti. Salernitana con in campo Bombardini, Palladino, Zaniolo (giusto per citarne alcuni). Una formazione decisamente d’alta classifica. Ed invece, come spesso capita, il copione è completamente diverso. Seduto nella poltrona presidenziale Aniello Aliberti (contestato, come oggi Lotito e Mezzaroma). Seduto in panchina (come oggi, coincidenza) Angelo Adamo Gregucci. Centottanta minuti al calar della serie B. All’Arechi arriva un già rilassato (e salvo) Ascoli. Dall’altra parte i granata: desiderosi di chiudere la pratica salvezza con un successo. Tutto scritto, immaginerebbe qualcuno. Forse. Eppure, una volta sul terreno di gioco, sono i bianconeri a render ardua l’impresa di Ferrarese e compagnia. Otto giri di lancette, Colacone a bersaglio. Il cammino è tutto in salita. I padroni di casa non ingranano. Troppo alta la posta in palio. Il timore di fallire prende sempre più il sopravvento. Duplice fischio e tutti a riflettere. Si torna sul manto erboso. La musica cambia. Bianconeri in disarmo. Occorrono sessanta secondi (dal 47’ al 48’) ai campani per vedere la luce. Ci pensano Palladino (bomber per una stagione) e Zaniolo, la girata di Igor è ancora impressa nella memoria del singolo tifoso. Una notte intensa ed in cui tutti remarono nella stessa direzione. Per non affondare. Per tenere a galla la B (i tribunali calcistici e decisioni poco chiare fecero il resto. Ma questa è un’altra storia). Non conosciamo il destino dell’attuale Salernitana (il Cosenza, già salvo, è comunque un osso duro) e nemmeno vogliamo spingere il popolo granata verso l’Arechi. Sarebbe giusto, però, riflettere. Il vessillo è della gente (soprattutto nell’anno del centenario). Dirigenti e calciatori passano. Domenica 5 maggio, ore 21, liberiamo il cavalluccio marino dalla palude cadetta.

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