LA TATTICA – Come gioca il Carpi di Calabro

Focus sul 3-5-2 dei falconi allenati dal "predestinato" che ha costruito la favola del Francavilla

Finita l’era Castori il Carpi riparte da Antonio Calabro, definito un predestinato, a soli 40 anni è uno degli allenatori emergenti e più apprezzati sul panorama nazionale. Una vera e propria favola quella vissuta con il Francavilla, in due anni doppia promozione dall’Eccellenza alla Lega Pro. Per Calabro anche una breve esperienza da calciatore prima di appendere le scarpette al chiodo, cresciuto nella Lazio primavera, nella stessa squadra di Nesta e Marco Di Vaio, ora continua a studiare da tecnico ma soprattutto da motivatore. Calabro, infatti, ha più volte dichiarato di seguire ore ed ore di lezione sulla comunicazione e persuasione nello sport, un lavoro mentale verso i propri calciatori, aldilà di moduli e schemi.

Ma come gioca davvero il Carpi di Calabro?

Il credo tattico è 3-5-2, i falconi sono stati costruiti proprio per questo modulo, tra gli ultimi acquisti tanti debuttanti in serie B, in un mix d’esperienza con Ligi, Sabbione e Mbakogu. La squadra che giocherà contro i granata sarà molto diversa rispetto a quella con cui la Salernitana giocò ad agosto.

In porta ci sarà Colombi, il numero 1 che è reduce da due gare strepitose, sempre migliore in campo, le sue prestazioni hanno portato ai biancorossi 6 punti (due vittorie con il minimo scarto, 1-0, prima con il Novara poi a La Spezia).

In difesa si gioca a tre, Sabbione, Ligi e Poli. Forse trio leggermente lento ma compatto e preparato sui movimenti nei piazzati. A centrocampo sugli esterni Jelenic e l’ex Bittante che garantiscono più quantità che qualità offensiva. Nel mezzo ottimi palleggiatori come Verna, Saber e il regista che ha davvero impressionato, il giovane Dario Saric. In avanti, al fianco di Mbakogu dovrebbe partire Manconi. Ma Calabro potrebbe optare anche per Nzola. Tra i disponibili tanti volti nuovi, come detto, per la B, i vari Romani, Capela, Pachonik e Malcore.

Il 3-5-2 di Calabro mantiene i reparti molto stretti, non gioca in ampiezza ma è concentrato, per quanto possibile, nella parte centrale del campo. Molto viene prodotto dalle ripartenze ma anche sui calci piazzati. E’ una squadra che ha dimostrato, in questo inizio di campionato, di essere capace di “soffrire”, anche arretrando fin troppo il proprio baricentro ma senza correre particolari rischi.

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