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La freccia di Split, alla scoperta di Domagoj Bradaric

Domagoj, nel nome un destino, la composizione tra due elementi slavi Dom che significa "casa" e goj che sta per "crescere". Arriva così ad occupare il versante mancino Domagoj Bradaric, nato nell'inverno del 1999 a Spalato e cresciuto nelle giovanili dei Bili, con un cuore che pulsa animo di Split.

Marco Rarità

Foto | Instagram

Foto | Instagram Domagoj Bradaric

Domagoj, nel nome un destino, la composizione tra due elementi slavi Dom che significa “casa” e goj che sta per “crescere”. Arriva così ad occupare il versante mancino Domagoj Bradaric, nato nell’inverno del 1999 a Spalato e cresciuto nelle giovanili dei Bili, con un cuore che pulsa animo di Split. E’ un classico cursore slavo, dinamico, stantuffo, rapido nel dribbling e con una ottima tecnica di base, capacità di andare dal fondo e ottima attitudine all’inserimento. Meno attento in fase difensiva, non a caso il giovane ha reso di meno giocando da terzino sinistro con compiti di copertura rispetto a quando poteva esprimersi anche come centrocampista di destra, insomma il 3-5-2 sembra il suo modulo ideale. Innamorato di lui l’attuale tecnico del Psg, Christophe Galtier che lo ha fatto giocare con continuità nonostante la giovane età anche in campo europeo. Con Galtier, infatti, Bradaric è stato titolare in tre partite su sei nel girone di Champions League, all’esordio con l’Ajax e nel doppio incontro con il Valencia. Titolare anche in Europa League, ad esempio contro il Milan fu tra i protagonisti dell’exploit del Lille a Milano. Giocava come terzino sinistro, vicino a lui c’era Botman, nella catena mancina duettava con Renato Sanches e lo stesso Yazici. Nel febbraio del 2020 fu inserito nella lista della Uefa dei 50 prospetti più interessanti d’Europa, al pari di Adli, Leao, Bastoni, Camavinga, Ansu Fati, Noa Lang e Vlahovic. Che tipo di operazione è quella che porta Bradaric a Salerno? Da quando è andato via Galtier, con Gourvennec, il ragazzo ha avuto sempre meno spazio complice anche qualche fastidio muscolare. Sulla sinistra ha trovato posizione nel Lille Tiago Djalò, il portoghese 22enne che ha già un’alta valutazione da quasi 15 milioni e che può giocare anche centrale, inoltre c’è anche lo svedese Gudmundsson, in quel reparto sembra chiuso nonostante il Lille abbia investito tanto nel croato. Nel luglio del 2019 la società francese lo acquistò dall’Hajduk Spalato per ben 6 milioni e mezzo, la trattativa con i granata è stata chiusa a meno ma probabilmente il Lille beneficerà di una percentuale alla prossima rivendita andando così a plusvalenza anche con il giovane che a 22 anni ha bisogno di giocare e dimostrare quanto di buono fatto vedere in questi anni.

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