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La dura legge del gol, ma la salvezza non è un miraggio

Contro il Lanciano persa una grande occasione, ma ci sono ancora undici partite per risalire la china

admin

Non è il momento di abbattersi, perchè in pochi giorni la Salernitana ha avuto tre dimostrazioni di quanto il calcio sia imprevedibile e, a volte, crudele. Il pari con l’Entella era suonato come una beffa atroce e per molti era il segnale di una stagione disgraziata destinata a concludersi con la retrocessione; la vittoria di Cesena era stata presa come una sorta di risarcimento della dea bendata, finalmente un po’ più benigna nei confronti della Salernitana; ieri, infine, la sconfitta interna con il Lanciano, nel giorno del possibile aggancio alla zona playout, è arrivata al termine di una prestazione in cui impegno ed occasioni da gol non sono certo mancati. Vittima di troppa frenesia e di una conseguente mancanza di lucidità (non è mancato un pizzico di sfortuna nella circostanza del palo, a portiere battuto, colpito da Bernardini), la Salernitana è stata punita in maniera spietata da un Lanciano che continua a volare e che, oggi, sarebbe salvo. Non così la squadra granata, penultima ma non lontanissima dai playout. Ieri si è sbagliato troppo sotto porta e questo ha inciso sullo sviluppo della prestazione e sul risultato finale sicuramente più della scelta di Menichini di schierare Tounkara che era alla prima da titolare ed in un ruolo in cui non è proprio a suo agio. Scelta quasi obbligata (Nalini non ha una autonomia sufficiente, Rossi sarebbe stato un doppione di Franco) e, comunque, indice di coraggio perchè Menichini e la squadra volevano vincere e non hanno certo tradito le attese sotto l’aspetto della prestazione offerta, seppur condita da vari errori e dalla solita fragilità difensiva che resta il vero male di questa squadra, la tara più grossa da cui si fa fatica ad affrancarsi. Bisogna, però, restare calmi e non perdere lucidità. Dopo la vittoria di Cesena si erano sprecati gli elogi verso la squadra e già si pensava che la partita col Lanciano fosse una formalità. Non era così ed il campo lo ha confermato, anche se, fra le cinque vittorie ottenute nelle ultime sette gare dai frentani, quella dell’Arechi è la meno meritata. Ora, però, non sarebbe giusto lasciarsi andare ad un eccessivo pessimismo vedendo tutto nero e pensando che la salvezza sia ormai un miraggio. Restano undici gare da giocare e se la Salernitana avrà sempre questo spirito e, ci si augura, sarà più precisa sotto porta allora, sicuramente i risultati le sorrideranno. Il recupero di alcune pedine (quanto è mancata ieri la personalità di Zito e quanto sono mancati i suoi cross) darà modo a Menichini di ragionare su più soluzioni ed anche questo è un dato importante. Ora testa al Perugia, senza più piangersi addosso. I motivi e le responsabilità di questa situazione di classifica sono arcinoti, ma ora è tempo di sostenere la squadra. Undici partite sono tante, il distacco dalla zona playout non è incolmabile e, cosa non da poco, nella bagarre sono invischiate molte squadre e ciò farà abbassare ulteriormente la quota salvezza. La Salernitana deve solo crederci e, soprattutto, ritrovare la via del gol. Perugia e Bari, ovvero le ultime due partite del mese di marzo, diranno (quasi) tutta la verità.

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