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La “donnola” di Molfetta e l’avvocato, la storia dell’unica vittoria granata a Vicenza

Peppe, Mimmo e Antonio, tre calciatori con storie diverse, firmarono il successo della Salernitana sulla riva del Bacchiglione, era il 1949

Marco Rarità

Sulla riva del Bacchiglione era il 6 novembre del 1949, la Salernitana giocava a Vicenza in un periodo storico delicato. Granata in emergenza, pesavano infatti le assenze della punta Ercole Castaldo e dell’ala Dandolo Flumini. Spazio, quindi, a La Forgia a supporto del salernitano D’Avino. Parte da qui la storia della prima e unica vittoria in terra vicentina della Salernitana. Una vittoria firmata da tre signori con storie diverse, incrociate nell’universo granata. Ad aprire il match una rete di Peppe D’Avino, l’anno prima dato in prestito per farsi le ossa alla Lazio (quando si dice “corsi e ricorsi” storici), in quell’anno mise a segno 7 reti, la terza sul campo del Vicenza poco prima della mezz’ora di gioco. I granata continuarono a spingere e all’inizio del secondo tempo arrivò il raddoppio firmato da La Forgia. Mimmo La Forgia, soprannominato la “donnola” di Molfetta, per le sue capacità, rapidissimo, sgusciante sull’esterno del campo, addirittura le cronache del tempo parlano di numeri importanti registrati sulla rapidità del giovane La Forgia. Si dice che fosse capace di fare i 100 metri in 11 secondi, tempi di prestigio all’epoca, un centometrista sulla fascia che fece ammattire la difesa vicentina. Altra scheggia sul versante opposto, si chiamava Antonio Giorgetti, abruzzese, veniva da Pescara con cui aveva appena giocato in serie A. Storia curiosa la sua, nei primi due anni in massima serie giocò poco, (veniva impiegato sia come terzino che come ala) tanto da trovare il tempo per studiare e laurearsi in legge. L’anno dopo firmò il contratto con la Salernitana, con cui restò per altri due campionati. Arrivato a Salerno per giocare come terzino Giorgetti era tanto abile tecnicamente che spesso veniva spostato a centrocampo, quasi a ridosso delle punte, tant’è che anche dal punto di vista realizzativo ha ben figurato realizzando 14 e 19 reti nelle successive stagioni. Le sue grandi prestazioni attirarono l’attenzione del Como in serie A ma qui successe qualcosa. A Como Antonio Giorgetti non si espresse come a Salerno, giocò poco, preso dalla delusione chiuse prematuramente con il calcio e cominciò a fare il lavoro per cui aveva studiato a Pescara, si mise a fare l’avvocato. La Salernitana quella gara la vincerà 3-1, resta ancora oggi l’unica vittoria dei granata al Menti.

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