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“La decisione in Medicina”, tema scottante all’ordine dei Medici di Salerno

Voltaire scrisse: “Su questo piccolo globo, le opinioni hanno causato più male della peste e dei terremoti”, sabato la discussione sull'argomento sempre d'attualità

“La decisione in Medicina” è il tema del Convegno, giunto alla terza edizione, che si terrà sabato 17 febbraio, dalle 9 alle 17,30, nella Sala Conferenze dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno, in via Santi Martiri Salernitani, 31. L’incontro si aprirà con i saluti del Presidente dell’Ordine Giovanni D’Angelo e del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno Giuseppe Longo.

Dalla febbre agli imprevisti, dalle terapie ai pazienti difficili, ogni momento della vita di un medico comporta scelte e decisioni che devono essere basate su elementi ben precisi. Responsabili del Convegno sono Maria Teresa De Donato e Maurizio Renis, che introdurranno. Tra gli interventi di docenti e medici delle Università e delle aziende ospedaliere e sanitarie di Salerno e Napoli, sono previste le Letture Magistrali di Guido Iaccarino (Università di Salerno) su “Ipertensione arteriosa: nuovi aspetti di un problema antico” e Arcangelo Iannuzzi (Cardarelli di Napoli) su “Le lipoproteine aterogene”.

 Circa venti anni fa nasceva la medicina basata sulle prove: l’Evidence Based Medicine (EBM). Voltaire scrisse: “Su questo piccolo globo, le opinioni hanno causato più male della peste e dei terremoti”. Sicuramente I’EBM ha rappresentato una svolta storica e senza ritorno rispetto alla medicina autoreferenziata. Negli anni la medicina è cambiata: al medico si richiede una corretta gestione e sintesi delle proprie conoscenze scientifiche, integrate con il senso clinico e l’esperienza. Secondo David Sackett (il pioniere dell’EBM) fare medicina basata sulle prove significa “integrare la propria esperienza clinica con l’utilizzo puntuale delle migliori evidenze scientifiche disponibili. Ma neppure questo è più sufficiente. Il medico non si trova mai di fronte il “paziente tipo”, bensì un individuo che porta un suo problema di salute, ma anche una sua visione etica, culturale, religiosa, i suoi vissuti di salute e malattia, e magari la difficoltà ad accettare quanto gli viene detto e prospettato. Il medico si trova pertanto a “decidere” tenendo conto di molte variabili non solo cliniche.

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