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Il viaggio di Boca

Posa lo zaino e..

Marco Rarità

Quando Martinelli fischia Alessandro si lancia di schiena e allunga le mani al cielo. Vitale stringe pugni e urla in direzione mare, Bocalon bacia l’erba e traccia, inevitabilmente, un percorso poetico che forse solo Montale potrebbe definire così:

“Ho sceso, dandoti il braccio.. almeno un milione di scale”

E passa l’ultimo sabato di ottobre, con il vento che taglia il sorriso di una Salerno che “strombazza” in via Posidonia, quasi per gioco, quasi perchè ci mancava. Le scarpette di Rossi mentre Provedel balla, Riccardo torna dal viaggio, zaino in spalla, non la fa rimbalzare due volte, destro secco: “scrivi giornalista, è uno a uno”.

Il tempo ci regala un’altra occasione, “sognando Freitas” è sul binario della felicità, vede il signore di Venezia che quella palla la vuole, “eu te vejo..” urlano i piedi del portoghese e parte col sinistro. Contromovimento, l’azzurro è in ritardo, senza neanche saltare troppo, fronte piena, più di 10mila persone simulano un colpo di testa e la schiacciano dentro senza nessuna pietà: “scrivi giornalista, la Salernitana ha messo sotto la capolista”.

E corre sotto la Sud sulle note di “Wild World”, come Cat Stevens ci dice che al mondo non ci si può stare da soli. Posa lo zaino e ci chiede il braccio, lasciate tutto: telefonini, documenti, l’assicurazione della macchina, la fila alla Posta, la spesa in Banca, c’è un tempo per tutto, oggi no..

oggi si corre con Bocalon.

 

 

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