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Il settore immobiliare il vero “tesoro” dei clan nel Salernitano

Anche l’infiltrazione negli appalti, per la realizzazione di opere pubbliche, per la fornitura di servizi, per la manutenzione delle infrastrutture.

Come emerge nella relazione della Dia sulla criminalità organizzata, in provincia di Salerno, altro campo d’azione privilegiato dalle consorterie salernitane è quello dei reati economico-finanziari (riciclaggio e auto-riciclaggio), finalizzati al reinvestimento di capitali illeciti, prevalentemente nel settore immobiliare, nella gestione di esercizi commerciali e nell’edilizia privata. Tali condotte – che interessano il Capoluogo, l’agro Nocerino-Sarnese, la costiera amalfitana, la Piana del Sele e il Cilento – finiscono per alterare in modo significativo il libero mercato attraverso l’imposizione di prezzi, prodotti o la fornitura di servizi.

Anche l’infiltrazione negli appalti – per la realizzazione di opere pubbliche, per la fornitura di servizi (particolare delicatezza riveste quello di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani), per la manutenzione delle infrastrutture e dei beni del demanio – continua a rappresentare un settore di primario interesse delle organizzazioni criminali, che vede coinvolti anche imprenditori e funzionari pubblici infedeli. La corruzione di quest’ultimi rappresenta il grimaldello che consente alle organizzazioni camorristiche di infiltrarsi nella pubblica amministrazione e di condizionarne la gestione.

Laddove i tentativi di corruzione dovessero risultare vani, si assiste ad una escalation criminale che passa dalle minacce alle intimidazioni vere e proprie, come accaduto nel comune di Agropoli, in cui si sono registrate una serie di azioni intimidatorie da parte del locale gruppo MAROTTA, per indure il Sindaco ad assegnare posti di lavoro e alloggi popolari agli affiliati.

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