Impresa di Pulizia a Salerno

I Lidi del Parco Cilento per la tutela dei nidi di tartaruga marina

Come riconoscere la traccia lasciata da una tartaruga marina sulla sabbia quando nidifica, quali sono i comportamenti corretti per non disturbare l’animale mentre cerca il luogo più appropriato per deporre le uova, come evitare di arrecare danni al nido; questi sono soltanto alcuni degli argomenti che saranno trattati nel corso della giornata di informazione a favore degli operatori balneari organizzata dalla rete "I Lidi del Parco" Legambiente, WWF, FIBA Confesercenti Campania, dal Comune di Camerota e dal network per il monitoraggio delle nidificazioni di tartaruga marina in Campania coordinato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn.

Marco Rarità

Come riconoscere la traccia lasciata da una tartaruga marina sulla sabbia quando nidifica, quali sono i comportamenti corretti per non disturbare l’animale mentre cerca il luogo più appropriato per deporre le uova, come evitare di arrecare danni al nido; questi sono soltanto alcuni degli argomenti che saranno trattati nel corso della giornata di informazione a favore degli operatori balneari organizzata dalla rete “I Lidi del Parco” Legambiente, WWF, FIBA Confesercenti Campania, dal Comune di Camerota e dal network per il monitoraggio delle nidificazioni di tartaruga marina in Campania coordinato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn.

La Campania, ed in particolare il Cilento, è l’area del Mediterraneo Occidentale dove la nidificazione delle tartarughe marine avviene con maggiore frequenza, l’unica in cui ciò si verifica regolarmente fin dal 2012. «Quella passata è stata l’estate dei record con ben 32 nidi censiti, di cui 27 lungo le coste cilentane, da Ascea ad Acciaroli, da Marina di Camerota a Palinuro – spiega Sandra Hochscheid, coordinatrice del netwoork di monitoraggio delle nidificazioni di tartaruga marina in Campania -. Un risultato eccezionale ottenuto nell’ambito del progetto finanziato dal Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni e reso possibile anche dal costante sostegno ricevuto dalle amministrazioni locali»

«L’obiettivo per quest’anno – spiega l’organizzatore Raffaele Esposito – è quello di potenziare ulteriormente la rete a supporto del network di monitoraggio delle nidificazioni nel Cilento. Crediamo fermamente che le istituzioni, parco ed enti locali, debbano investire concretamente nelle politiche di tutela che rappresentano poi il miglior viatico per l’eco turismo fondamentale per azioni di marketing territoriale, integrando gli operatori turistici e balneari, da sempre attenti alle tematiche della sostenibilità e della protezione della natura, attraverso la progettualità i lidi del parco, una progettualità territoriale ormai consolidata ed emulata su altri territori a livello nazionale».

Dall’Ente Parco assicurano che il progetto in atto con la Stazione Zoologica Anton Dohrn continuerà anche negli anni a venire per garantire le azioni di monitoraggio delle nidificazioni di tartaruga marina sulla costa cilentana.

«Le tartarughe a Camerota tornano ogni estate ormai da anni e nidificazioni e avvistamenti ce ne saranno sempre di più per una serie di motivi molto semplici: la qualità del mare, la protezione della biodiversità, l’educazione dei cittadini e dei turisti rispetto ad alcune pratiche ambientali, sono ormai aspetti radicati e peculiarità che vengono difese ogni giorno – aggiunge Mario Salvatore Scarpitta, sindaco di Camerota -. Da parte dell’amministrazione comunale c’è un impegno costante, lo dimostrano i fatti. Con l’inaugurazione di tre impianti di depurazione nell’arco di un anno, ad esempio, abbiamo tutelato ancora di più la bellezza del nostro mare e un vessillo europeo molto ambito: la Bandiera Blu. Insieme al riconoscimento della Fee, lungo le nostre coste, sventolano anche la Bandiera Verde, la Bandiera Gialla e le 5 Vele di Legambiente. L’attenzione dei media verso Camerota e le sue bellezze cresce in modo esponenziale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

Un’impronta sulla sabbia è spesso l’unico indizio che una tartaruga marina lascia dietro di sé dopo aver nidificato. Effimera, scompare poco dopo e con esso la possibilità per i ricercatori di intervenire per proteggerlo. Per questo gli operatori balneari e gli addetti alla pulizia degli arenili sono il primo fondamentale anello della catena di tutela di questo bene prezioso. Attraverso postazioni stabili sui litorali questo sodalizio estivo potrà indubbiamente dare maggiori e migliori risultati rispetto a quelli già ottenuti oggi.

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