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“Ho 15 ristoranti in Campania, l’ordinanza mi arreca un danno enorme. Vittime della politica”

“Non mi son mai sentito inferiore a qualcuno per essere campano – spiega Schettino – prima di oggi. Ho sempre lottato per la mia terra, dove ho investito tempo e denaro, fino ad aprire 15 ristoranti solo in Campania. Per tanti era un vanto, perché riuscire a fare impresa qui è veramente complesso. Da qualche mese, però, questa prerogativa ha danneggiato me e le mie aziende. Abbiamo cominciato a subire danni quando a marzo ci è stato vietato di fare take away e delivery, mentre tutte le altre regioni d’Italia lo permettevano, e tante aziende competitor fatturavano migliaia e miglia di euro. Ci siamo rimboccati le maniche, siamo ripartiti a maggio, proprio grazie al delivery, dopo mesi di battaglie mediatiche, perché, oggi, hanno più valenza di una battaglia legale. Ci troviamo, purtroppo, a dover farne un’altra. Il Presidente Conte ha previsto l’apertura di tutte le attività commerciali per 3 giorni, dal 20 al 22 dicembre, dandoci un preavviso di sole 24 h. Non ho preso di buon grado questa decisione per il caos che avremmo sopportato questi giorni ed i rischi di salute cui incorrevamo, ma stamattina, per il bene dell’azienda, per permettere ai dipendenti di lavorare a pieno, per far girare l’economia, ho iniziato a lavorare alle 6 del mattino. Rappresento un marchio che, solo in Campania, conta 12 punti. Organizzare un’apertura improvvisa non è cosa semplice. Personale da confermare con turnazioni, casse integrazioni da sospendere, personale in supporto da chiamare, e poi c’è la merce da ordinare. Un ristorante giapponese deve rifornirsi di tonno, salmone, spigola, gamberi etc etc. Farlo in ventiquattr’ore, di sabato, a Natale, non è cosa facile. Ho dovuto pregare i fornitori di garantire il servizio ai punti e consegnare in giornata. Ho fatto tutto questo, finanche gli allestimenti natalizi ho comprato. Tutto inutile. Alle 16 – continua l’imprenditore napoletano – ricevo la notizia che il Governatore De Luca ha emanato un decreto per il quale la Campania è zona arancione. Una scelta che si può condividere o criticare e che, personalmente, ritengo anche giusta. Sono le modalità ed i tempi che ci hanno destabilizzato. Un danno economico di non poco valore. Sto cercando di ricorrere ai ripari, fermando gli ordini non ancora scaricati e chiedendo il ritiro di ciò che è già stato consegnato: ma è sabato sera, il sabato di Natale per giunta. Sto modificando turni, chiamando il personale per disdire ogni possibilità di lavoro. Sto cancellando la comunicazione già postata e promozionata sui social. Sto chiamando i clienti che avevano già prenotato. Sto facendo un lavoro enorme, per evitare ulteriori perdite in un periodo già critico. Mi chiedo – conclude Schettino – se sia giusto subire tutto questo, e per quanto tempo ancora dovremo sopportare le conseguenze delle diatribe politiche tra Governo, Regione e Sindaci, in cui le uniche vittime siamo noi cittadini”.