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Guidavano loro il “Sistema Salernitano” – LE FOTO

I nomi e le foto degli arrestati: spaccio, estorsioni, ma avevano anche il controllo dei trasporto della frutta, da Salerno fino ai Picentini, il dettaglio di un giro d'affari milionario

Marco Rarità

Ecco gli arrestati nell’operazione Omnia:

  1. DE MAIO Sabino 1978 di Montecorvino Rovella
  2. BISOGNI Sergio 1968 di Montecorvino Rovella
  3. BISOGNI Enrico 1968 di Montecrovino Rovella
  4. MOGAVERO Francesco 1979 di Pontecagnano Faiano
  5. PALMENTIERI Marcello 1963 di Pontecagnano Faiano
  6. FERULLO Leopoldo 1979 di Pontecagnano Faiano
  7. GIULIANO Luigi 1978 di Montecorvino Rovella
  8. IMPARATO Marco 1984 di Montecorvino Rovella
  9. PARISI Biagio 1976 di Battipaglia
  10. DI MARTINO Guglielmo 1981 di Bellizzi
  11. PALMA Cosma 1975 di Battipaglia
  12. SABATO Alberto 1984 di Montecorvino Rovella
  13. SORRIENTO Luca 1989 di Montecorvino Rovella
  14. DI LIETO Salvatore 1977 di Salerno
  15. DELL’ANGELO Giuseppe 1988 di Acerno
  16. AHMETOVIC Fadil 1968 slavo residente a Nocera Inferiore
  17. FIORILLO Luciano 1980 di Montecorvino Pugliano (ARRESTI DOMICILIARI)
  18. COMUNALE Marco 1976 di Salerno
  19. D’ALESSIO Michele 1972 di Olevano Sul Tusciano
  20. DI BENEDETTO Alda 1987 di Battipaglia
  21. STABILE Massimo 1976 di Bellizzi

I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine – denominata “Omnia” – avviata nel gennaio 2011 e condotta dal Nucleo Investigativo del citato comando provinciale e dalla Compagnia di Battipaglia, che ha portato a cristallizzare gli assetti della criminalità organizzata nell’area a Sud della provincia salernitana. L’indagine nell’ambito della quale è stato emesso il provvedimento si innesta nel medesimo filone investigativo in cui, di recente, è stata data esecuzione ad altra ordinanza in quella che fu ribattezzata operazione “Perseo”. Entrambi i procedimenti, infatti, hanno ad oggetto un clan camorristico operante a Battipaglia, Bellizzi e nei comuni dei Monti Picentini e della Piana del Sele che agisce in continuità criminale con lo storico clan Pecoraro-Renna.
Più nello specifico, come campo d’azione e d’interesse criminale, due sono i filoni principali dell’indagine che fanno da architrave della ricostruzione della Procura Antimafia. Il primo denota profili di assoluto interesse circa le linee di sviluppo e di tendenza del fenomeno criminale accertato, da cui emerge un particolare profilo di pericolosità delle condotte delittuose segnalate: esso infatti ruota attorno alla conquista manu militari del settore economico legato al trasporto dei prodotti ortofrutticoli della Piana del Sele. Si tratta di un comparto strategico per lo sviluppo dell’intera economia del territorio, in gran parte basata sulla produzione agricola e, quindi, sul trasporto dei frutti della stessa: quindi di rilevanza economica enorme, nell’ambito del quale vengono investiti milioni di euro ogni anno e il cui controllo, oltre a rendere incredibili guadagni, determina inevitabilmente una egemonia complessiva del gruppo persino sullo sviluppo imprenditoriale dell’intero territorio d’influenza.

In questo caso, la “conquista” del settore imprenditoriale in questione è stato compiuto mediante l’imposizione di società divenute espressioni imprenditoriali dei principali esponenti del gruppo, attraverso la violenta intimidazione sia di possibili concorrenti, come nel caso della gambizzazione del gestore di altra società d’agenzia e di trasporto del territorio, perpetrata addirittura nonostante l’appartenenza del titolare della stessa a circuiti criminali camorristici di rilievo, approfittando evidentemente proprio dello stato di detenzione dello stesso; sia dei soggetti imprenditoriali intenzionati a sottrarsi al controllo criminale del settore, come nel caso dei titolari di gruppo imprenditoriale di notevole struttura economica, ripetutamente colpito in quanto originario dell’Agro Nocerino e quindi colpito per l’intenzione di affermarsi nel settore dei trasporti della zona Pontecagnano-Bellizzi-Battipaglia a scapito dei trasportatori locali, e per aver tentato di sottrarsi alla imposizione dell’agenzia d’intermediazione nei rapporti con i produttori.

Il secondo filone d’indagine ruota invece attorno al controllo da parte dello stesso gruppo del sempre lucroso traffico di sostanze stupefacenti. Anche qui l’egemonia viene affermata innanzitutto approfittando dell’assenza dal territorio dei precedenti referenti, in virtù del loro stato di detenzione. Quindi si è assistito nel corso delle investigazione al controllo sistematico del settore mediante l’imposizione della tipologia di sostanza stupefacente da spacciare e la suddivisione del territorio in zone affidate a singoli sottogruppi responsabili delle stesse, seppure assolutamente riconducibili ed inquadrati in un unico gruppo d’appartenenza. Numerosi sono i riferimenti emergenti dalle indagini, oggetto di valutazione sia dal punto di vista di una ricostruzione esatta del fenomeno criminale, da cui sembrerebbe emergere una unitarietà tra tutti i gruppi esistenti nelle diverse propaggini territoriali, in termini di “Sistema Salernitano” complessivo e non più articolato in singoli gruppi contrapposti tra loro.

L’attività ha consentito, inoltre, di individuare un giro di prostituzione all’interno di un complesso turistico alberghiero della litoranea di Pontecagnano Faiano, fittiziamente intestato a due soggetti incensurati, dove venivano fatte alloggiare decine di donne dell’est Europa, le quali vi esercitavano attività di meretricio e corrispondevano al clan somme di denaro quantificate in 50 euro giornaliere per ogni camera occupata e 30 euro per ogni cliente ospitato; l’intestazione fittizia, a favore di un soggetto incensurato, di un bar di Bellizzi riconducibile al clan, al cui interno veniva anche gestita una bisca clandestina, i cui proventi erano destinati al medesimo clan. Nel corso dell’indagine sono state arrestate – in flagranza – 15 persone e sono stati sequestrati 3 chili di hashish, 120 grammi di cocaina, 5 pistole e varie munizioni.

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