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Francesco Scarpa e quel treno granata

La partita dell'ex: il fantasista del Savoia ancora sulla strada della Salernitana

Marco Rarità

È tutto un “ciò che poteva essere e non è stato” la storia tra Francesco Scarpa e la Salernitana. Storia di treni passati, probabilmente, nei momenti sbagliati e di corse saltate, come quella “fantasia” di Fabiani nella finestra di mercato invernale. Perché fu proprio il direttore a innamorarsi dello scugnizzo di Castellammare, nell’estate del 2008 quando alla corte di Castori si presentò anche lui. Troppo grande per quella che era la “C1”, cresciuto tra i campi polverosi della terza serie, salì così sulla giostra della cadetteria Ciccio Scarpa.

Dal mondo azzurrostellato alle stelle dell’Arechi, partendo dalla fascia e rientrando al centro, con il destro, una giocata che ha ripetuto nel corso degli anni. Più vicino alla porta, esterno, trequartista, un continuo equivoco tattico oppure una “sana” duttilità che, paradossalmente, non lo ha mai consacrato definitivamente nel cuore dei salernitani, in un campionato senza il “cavalluccio” e con tre allenatori. L’ultimo di questi, Fabio Brini, che nel finale di stagione gli concesse meno spazio dopo l’esplosione del “Maradona delle Ande”.

Quarantuno presenze e sei reti, numeri che nascondono l’intensità vissuta da Scarpa in quel suo primo anno in serie B nella sua carriera. Poi una seconda giovinezza a Torre, lì dove in realtà è vissuto, muovendo i primi passi alle porte di Castellammare, e quella “fantasia” mai assopita dal direttore Fabiani che lo ha tentato nel mese di gennaio. Il treno per Salerno, quello stadio e quella curva che ha conosciuto bene, ma intrecci e “sensazioni negative” lo hanno allontanato dal fascino di ritornare.

Scarpa ora ritroverà la Salernitana sul suo cammino, nella “tana” degli oplontini venderà cara la pelle, lo farà anche per far contento Brini.

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