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Eboli: “Salviamo Lucignolo”, stasera l’evento conclusivo

L'obiettivo è realizzare una microfiliera zootecnica recuperando razze autoctone

admin

Sarà l’azienda agricola sperimentale regionale “Improsta” di Eboli ad ospitare questa sera l’evento conclusivo del progetto di cooperazione interterritoriale “Salviamo Lucignolo”, realizzato nell’ambito della Misura 421 del PSR Campania 2007/2013. L’evento è organizzato dai Gruppi di Azione Locale “I Sentieri del Buon Vivere” congiuntamente agli altri GAL partner del progetto, il “Basento Casamastra” e “Sviluppo Vulture Alto Bradano” della Lucania e il “Valle d’Itria” della Puglia.

Obiettivo di “Salviamo Lucignolo” è quello di organizzare una microfiliera all’interno del sistema produttivo zootecnico, attraverso il recupero di razze autoctone di uno degli animali che, più di altri, si identifica come autentico simbolo della ruralità nell’Italia meridionale: l’asino.

L’allevamento e l’utilizzo in agricoltura dell’asino, che per secoli ha costituito un elemento fondante del sistema agricolo del Mezzogiorno, è andato via via scomparendo, a causa della crescente meccanizzazione del settore. Negli ultimi anni, invece, la riscoperta di questo animale dal carattere docile, paziente e riservato, è di crescente interesse. L’asino viene, per esempio, utilizzato nell’onoterapia come “strumento” terapeutico per rimettere in moto i sentimenti e stimolare il piacere della comunicazione emotiva. E il latte d’asina, prezioso alimento dalle caratteristiche organolettiche molto vicine a quelle del latte materno, è utilizzato nell’alimentazione dei bambini con allergie alimentari oltre che nella produzione cosmetica a base naturale.

Partendo, così, da un fattore antico di produzione, “Salviamo Lucignolo” si propone di portare nell’agricoltura moderna un elemento della tradizione valorizzando le opportunità che questo fornisce, incentivando nuove forme di sviluppo rurale. La prima fase di “Salviamo Lucignolo”, affidata al GAL “I Sentieri del Buon Vivere”, è stata dedicata alla creazione della base da cui si è sviluppata l’intera progettualità: la ricognizione e l’identificazione delle razze autoctone dell’asino meridionale. Si tratta di una raccolta di informazioni, volta sia a preservare le risorse genetiche locali dal rischio di estinzione o di erosione genetica che a incentivarne la reintroduzione in agricoltura o altre forme di valorizzazione.

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