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Eboli, il comitato delle mamme incontra Minervini

Al direttore sanitario è stato chiesto di intercedere presso l'Asl e la Regione per potenziare l'ospedale di Eboli

admin

Una delegazione dell’Associazione Spontanea delle Mamme ha incontrato questa mattina il direttore sanitario dell’ospedale di Eboli Mario Minervini. All’incontro ha preso parte anche il direttore del dipartimento di cardiologia, il dottor Giovanni D’Angelo. Al dirigente sanitario, da pochi giorni reintegrato nelle sue funzioni, è stato consegnato un dossier con la documentazione prodotta dal comitato in seguito alla chiusura della divisione di pediatria e ostetricia e la relativa razionalizzazione dei reparti. “Nell’incartamento c’è anche il documento ‘Per una buona sanità nella Valle del Sele’ firmato da tutti i politici ebolitani nell’ottobre scorso -scrive Anna Moccaldi, presidente del comitato spontaneo delle mamme- Vi è poi una copia della lettera che consegnammo all’ex governatore Caldoro e al dirigente dell’Arsan Montemarano”.

Le mamme chiedono al direttore sanitario del Maria Santissima Addolorata un impegno programmatico, interpellando sia il commissario dell’Asl Postiglione sia il neo governatore De Luca, volto al potenziamento del nosocomio ebolitano e quindi alla tutela della salute dei cittadini. “Confidiamo si possa invertire la rotta che ha portato il nostro nosocomio e l’assistenza sanitaria della Valle del Sele e dei comuni limitrofi a un degrado da noi in più occasioni e in varie sedi denunciato -continua la Moccaldi-. Confidiamo si possa provvedere al rilancio delle storiche specialità del nostro ospedale per fermare la politica scellerata di questi anni che ha provocato un incremento della mobilità ospedaliera ed un decremento della sua attrazione”.

L’intenzione delle mamme “è di collaborare a creare intorno all’ospedale di Eboli la dovuta attenzione della società civile e dei politici locali, indispensabile per rompere l’isolamento che i vari Squillante, Spinelli e sodali hanno cercato di determinare per depauperare il nostro nosocomio a vantaggio di altri ponendo i presupposti di una programmazione sanitaria ospedaliera in cui Eboli non doveva avere futuro”.

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