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Duomo di Salerno, restaurati i busti in argento di San Caio e San Fortunato

Il restauro sarà presentato lunedì 27 giugno, alle 17.15, nella sala San Tommaso della Cattedrale di Salerno

admin

La Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, diretta da Francesca Casule, comunica che lunedì 27 giugno 2016, alle ore 17.15, nella sala San Tommaso della Cattedrale di Salerno, sarà presentato il restauro dei preziosi busti in argento raffiguranti San Caio e San Fortunato che insieme a Sant’Ante (restaurato nel 2012) fanno parte del gruppo scultoreo dei Santi Martiri salernitani conservati nella Cappella del Tesoro del Duomo.

L’intervento di restauro conservativo, eseguito dall’impresa “Cristina de Vita” di Salerno, è stato promosso e finanziato dall’Associazione “Inneer Wheel di Salerno Carf” in collaborazione con il “Club Rotary Salerno”, la Curia Arcivescovile e dalla “Fondazione della Comunità Salernitana” Onlus, con la collaborazione scientifica della Soprintendenza BEAP di Salerno e Avellino. Come negli anni precedenti, a partire dal 2012 con il restauro di sant’Ante e poi nel 2013 con San Matteo e 2014 con San Gregorio, anche quest’anno le associazioni con il loro prezioso ed indispensabile sostegno, hanno consentito di completare, con i due busti dei Santi Caio e Fortunato, il recupero di opere di straordinaria bellezza ed interesse storico artistico. I tre Santi Martiri salernitani ogni anno il 21 settembre, in occasione della tradizionale ricorrenza della “Festa di San Matteo” patrono della città, sfilano in processione per le strade del centro cittadino insieme a San Gregorio Magno e San Giuseppe. Le cinque sculture sono portate dalle tradizionali “paranze” (associazioni di pescatori) da essi riccamente addobbate. Raffigurati con corazze come centurioni romani, il gruppo scultoreo dei santi martiri furono realizzate dagli argentieri Benedetto Monaco (salernitano) e Tommaso Rivaldi (romano). Delle tre commissionate solo due, Caio e Antes, furono realizzate dai due soci e furono consegnate nel 1706, mentre la terza, San Fortunato, fu eseguita dal solo Tommaso Rivaldi che la consegnò nel 1710. Di raffinata bellezza le opere sono realizzate in lamine di argento sbalzato e cesellato con elementi di bronzo e dorature, poggiate su base lignea. Stilisticamente si inseriscono nell’esuberante stile barocco misto a misurato classicismo. L’intervento di restauro ha interessato sia le parti esterne che interne con interventi di pulitura delle superfici argentee, smontaggio delle parti metalliche non solidali ai perni di ancoraggio e alle strutture, sostituzione di tutte le viti e perni deteriorati e non più idonei, con altrettanti viti in argento realizzati a mano e perni in acciaio. Consolidamento di tutte le parti instabili. Recupero delle basi lignee e ricollocazione finale dei busti sulle basi. Il ricco patrimonio artistico salernitano viene ancora una volta valorizzato con la partecipazione attiva delle Associazioni, Enti e Istituzioni che insieme sostengono le opere d’arte nella convinzione che rappresentano la ricchezza e la memoria della città di appartenenza.

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