La Recensione : si sono svolte, presso il teatro La Mennola di Salerno, le tre giornate dedicate al grande drammaturgo napoletano, scomparso prematuramente, Annibale Ruccello. “OMAGGIO A RUCCELLO” è proprio il titolo dello spettacolo che porta la firma registica di Antonello De Rosa. Il regista non smette mai di promuovere quella che è definita la Nuova Drammaturgia teatrale, ovvero tutto ciò che è avvenuto dopo Eduardo, il quale, diciamolo chiaramente, ha detenuto il monopolio dei teatri campani e italiani per gran parte della sua esistenza. Il dopo Eduardo ci spinge alla conoscenza di grandi autori che rinnovano il teatro attraverso un nuovo modo di fare il teatro stesso, appunto attraverso una Nuova Drammaturgia. Una drammaturgia che spinge il pubblico ad una riflessione profonda ed enigmatica del testo che viene messo in scena. Con l’avvento della Nuova Drammaturgia il pubblico non assiste solamente ad uno spettacolo ma diviene partecipe dello spettacolo stesso poiché è chiamato a decifrare il codice che l’autore unitamente poi alla scelta registica, decide di attuare. È proprio “OMAGGIO A RUCCELLO” presenta tutte le caratteristiche di un testo appartenente alla Nuova Drammaturgia. De Rosa ha voluto creare questo spettacolo che, come una “matrioska” aprendosi, porta in sé tanti testi del drammaturgo Ruccello, ma anche di Silvestri e Peppe Lanzetta. Ineccepibile la regia di De Rosa che, accompagnata alla bravura dei suoi attori, mette in scena uno spettacolo onirico, crudo, irriverente e tremendamente vero. Gli attori si sono formati tutti alla scuola di De Rosa, Scena Teatro e portano impresso quel rigore scenico che, senza nascondimento fa degli attori di De Rosa una caratteristica principale. La scena è scarna, ma il gioco di luci e le musiche scelte riempiono di visioni e di vita il palcoscenico stesso. Gli attori si alternano e sdoppiandosi sono uniti dalla linea sottile della follia, follia che arriva quando la solitudine si affaccia sull’esistenza degli ultimi. Gli ultimi raccontati, gli ultimi ascoltati, gli ultimi redenti dalla regia di uno spettacolo che li mette sul palcoscenico rendendoli visibili attraverso gli attori che si muovono, calandosi perfettamente, fra le turbe di anime inquiete a cui, spesso, il destino ha sottratto la dignità. Un attore di razza lo riconosci subito. Dalla prima battuta, dal modo di stare in scena, a come si dona al pubblico. In questo spettacolo gli attori, Teresa Massaro, Carlo Simeoni, Franca Guarino, Renato Rescigno, Rosanna De Bonis, Maria Mazziotti, Gennaro Rosa, Paola Liguori, Lia De Blasio, Nina Stimolo e Maria Russo, hanno dimostrato una vera ed indiscussa professionalità. Quella professionalità a cui tanti spettacoli dovrebbero attingere. Uno spettacolo certo di nicchia, ma che parla al mondo intero. Uno spettacolo che ci invita alla riflessione vera di un mondo fatto non solo del visibile ma anche dell’invisibile, ovvero di ciò che non si vede perché è scandaloso, brutto, non adatto alla visione. Dio benedica questo teatro che mette la luce sulla “spazzatura della vita e dell’essere”.
De Rosa “sforna” attori di razza
Quando il rigore del maestro produce i suoi frutti
15 marzo 2022
Pasquale Petrosino
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