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Dalla Transilvania a Salerno, ora Cristea cerca il riscatto al Ceravolo

L'attaccante rumeno dopo il mancato impiego contro il Matera prova a impressionare Menichini

Marco Rarità

Per un periodo della sua carriera, i tifosi della Dinamo Bucarest, lo hanno soprannominato il “signorino”, una sorta di “conte” come ideologia di significato. Sarà stato per quel suo modo di giocare, quasi troppo raffinato e “sulle punte” per un attaccante d’aria di rigore.

Lo hanno definito, però, anche “spietato” nel rettangolo verde e per un ragazzo nato al confine con la Transilvania, terra di fama narrativa, è un ottimo biglietto da visita per la corte di Menichini.

«È arrivato da poco, ci vuole un attimo di tempo».Così il mister, a caldo, dopo i novanta e passa minuti contro il Matera, si è espresso su Andrei Cristea, placando gli animi accesi di un calciatore che ha mostrato lunedì sera tutta la sua rabbia per non essere stato scelto dal tecnico.

Lui che, nella sua Romania, ha giocato con le due più grandi squadre del campionato, Steaua e Dinamo di Bucarest, ma con i “cani rossi” ha dato il meglio di sé piazzandosi nel 2010 in testa  alla classifica marcatori del torneo rumeno. Non lo hanno emozionato quei 5 minuti a Melfi, dove ha esordito in maglia granata, Cristea cerca a Catanzaro la sua “prima volta”, quella che non si scorda mai, per sé e per quel gruppo dove si è ben integrato sin dal suo arrivo dopo la chiusura del mercato invernale. Si sente pronto l’attaccante dal sangue moldavo, che si ispira a Shevchenko e che si allena per trovare spazio negli undici di Menichini.

Il “forfait” di Calil per la trasferta in Calabria è un occasione, come quella che non è arrivata all’Arechi con il Matera, e quel soprannome da “conte Dracula” da confermare nelle prossime e decisive giornate.

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