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Cronaca di un minuto di pura follia

Marco Rarità

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L’Editoriale | “Ho sbagliato festa! Ho sbagliato villa. Infatti me coincideva tutto: er cancello, er chiosco, er vialetto. Solo che quando so’ entrato m’è preso un colpo, perché ho visto duscento teste bianche, tutti vecchi, co’e rughe in faccia me so’ detto: ammazza come ce siamo ridotti!”. Nella telefonata di Verdone in “Compagni di scuola” c’è anche la corsa di 65 metri di Simone Verdi. Quel senso di smarrimento di un popolo che non capisce cosa diavolo sta succedendo, perchè a noi, perchè adesso, perchè di mercoledì. A Salerno la gente è uscita fuori di testa, neanche tanto per la vittoria, è l’emozione di essere vivi, in quella modalità non la può spiegare neanche Pessoa. Simone Verdi al buzzer beater, come Embiid che fa sognare Philly, alle spalle Zagabria e in faccia Bolzano, ha servito d’interno un momento magico che si porta dietro le battutine social dello stivale. Ma è un’altra faccia che dovete guardare, quella di Davide di Luserna San Giovanni che a 49 anni corre come un bambino quando gli “rubano” lo scivolo, spacca il vento, stringe i denti, urla, strattona, si aggrappa a quel gigante di Federico Fazio e lo scuote come a fargli uscire l’anima dal petto, nel settore ospiti qualcuno sviene, sembrano scene da Moccagatta, sembrano scene “Dal Tramonto all’alba”, tutti vampiri all’improvviso e nessuno può immaginare quanto sia bello farsi mangiare dall’emozione. E’ la cronaca di un attimo, forse 1 minuto scarso, eppure.

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