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Cinica e fortunata, Salernitana quattro giorni per chiudere la pratica

Reparto compatto ma quanti errori a centrocampo: quota play-out che "balla" sui 46 punti in prospettiva

Il 3-5-1-1 di Colantuono ha sorpreso tutti, per i primi 45 minuti andando anche oltre le aspettative, nonostante qualche episodio che per forza di cose avrebbe condizionato il match. Dal rigore non concesso al Perugia (Monaco su Cerri) al palo colpito dai grifoni nei minuti del match. Splendida la costruzione in ripartenza per i granata che affondano e colpiscono con una delle giocate più frequenti di Vitale e  Casasola. Il terzino dalla trequarti lascia partire un traversone tagliato che è nelle sue corde, sul posto non trova Bocalon ma il terzino destro. Sì, perchè, quasi da vero attaccante Casasola si era inoltrato nello spazio tagliando l’area e colpendo in allungo, poi è Rosina il più lesto di tutti sulla respinta, abile a trovare un sinistro piazzato nell’angolo di Leali. Dopo il vantaggio i granata soffrono l’arrembaggio dei padroni di casa, senza però scomporsi mantengono le distanze. Monaco apre una vera e propria battaglia personale con Cerri, in particolare sui piazzati, nonostante il giovane 27 del Perugia non incida mai non sempre Monaco riesce a “stopparlo”. In avanti gran lavoro da parte di Akpa Akpro, generoso finché ne ha, con qualche errore in appoggio. Così come Joseph Minala, così come lo conosciamo ma con qualche limite in più, troppo compassato in un match dall’alto ritmo a centrocampo, viene spesso superato da Gustafsoon, aggirato da Bianco e si perde in copertura Buonaiuto. Stessi errori per Signorelli e Matteo Ricci che entra nella ripresa. Troppo lenti e leggeri sulla palla, gravi errori d’appoggio che permettono al Perugia di ripartire, non il massimo per una squadra che lavorava per non prenderle, la vera croce senza delizia nel match del Curi. C’è chi, invece, si prende la copertina ma non solo per il goal che porta in vantaggio i granata. E’ il primo difensore e a 34 anni non è un dettaglio per chi porta il 10 sulle spalle. Rosina si propone, come sempre in realtà, ma libero da spazi riesce a ritagliarseli, vuole mettere piede su ogni azione granata e riesce, finalmente, ad essere un punto di riferimento per la squadra anche quando c’è bisogno di rifiatare. Bene il terzetto composto da Mantovani-Tuia-Monaco, compatto, Di Carmine (21 gol non a caso) sfugge nel pareggio, poi in una palla ribattuta dallo stesso compagno Buonaiuto. Straordinario ed attento, sempre, come forse mai accaduto quest’anno, Boris Radunovic. E’ stata la partita pensata e voluta da Stefano Colantuono, evidente anche nei cambi, senza stravolgere l’assetto, ruolo per ruolo, con Minala che rischiava il secondo giallo per Odjer, Bocalon per Rossi e Akpa Akpro per Ricci. Così come all’Arechi anche al Curi la gara termina 1-1, un punto d’oro per la salvezza dei granata che possono vivere le ultime gare con uno spirito sicuramente diverso, con la quota play-out che “balla” sui 46 punti in prospettiva, discorso in cui non entra la Salernitana che contro le ultime 8 in classifica: Cremonese, Cesena, Novara, Avellino, Entella, Ascoli, Ternana e Pro Vercelli, non ha mai perso, 6 vittorie e 9 pareggi.

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