L’Asl di Salerno, così come aveva chiesto la famiglia di Arianna Manzo, si è dichiarata disponibile a sottoscrivere la transazione con rinuncia alle spese. La bimba ora 15enne, è vittima di un grave episodio di malasanità quando aveva appena tre mesi.
Ad annunciare la comunicazione il legale della famiglia l’avvocato Mario Cicchetti, dopo avere ricevuto la conferma via pec dall’Asl. “Non possiamo non accogliere con estremo favore tale decisione – commenta Cicchetti – che consentirà di scrivere il capitolo finale di questa incresciosa vicenda. Non rimane quindi che riprendere le fila di quelle trattative che si erano interrotte per l’ennesima volta lo scorso 25 febbraio e a seguito delle quali, comunque, l’ospedale Cardarelli di Napoli aveva deliberato, nelle scorse settimane, il pagamento di un anticipo in favore della minore di poco superiore a 1 milione di euro. Soldi che, allo stato, comunque, non sono ancora pervenuti alla piccola”.
“Ritengo pertanto che si possa finalmente fissare una data per la sottoscrizione di quell’atto transattivo che predisposi nel dicembre scorso al fine di poter formalizzare la volontà già espressa da tutte le parti processuali e quindi definire in maniera tombale la triste vicenda della piccola Arianna Manzo dietro il pagamento di un giusto risarcimento che le consenta finalmente di curarsi”, conclude il legale della famiglia Manzo.
Chi è Arianna?
Sono Arianna Manzo, una bambina di 8 anni a cui la vita non ha regalato la possibilità di sbocciare. Avevo due mesi e mezzo quando ho avuto una broncheolite. Sono stata in ospedale ma, forse, la mia malattia è stata sottovalutata e non sono stata curata bene. Le cose sono precipitate e, di li a poco, sono stata trasferita in un altro ospedale con la prognosi di broncopolmonite. In questo secondo ospedale sono rimasta per ben 55 giorni, di cui 45 giorni in rianimazione intubata ed in coma farmacologico. I restanti 10 giorni in pediatria. Finalmente, quando quella brutta broncopolmonite passò, fui dimessa e tornai a casa. Con il passare dei giorni, però, i miei genitori si accorsero che c’era qualcosa che non andava e tornammo in ospedale per un controllo. Dalla TAC al cranio scoprirono la tremenda diagnosi di Atrofia Celebrale. Da allora vivo nell’impossibilità di camminare e di parlare come una bambina della mia età.