Impresa di Pulizia a Salerno

Carlo Simeoni e la fiamma dell’arte teatrale

Dall'università alla pensione, una continua ricerca culturale

Pasquale Petrosino

Storie di vita. Amo “guardare la vita”, soprattutto quando questa è permeata di abnegazione e passione verso la cultura. Ho la fortuna di conoscere un uomo che della propria passione non può fare a meno. Carlo Simeoni ed una vita piena di amore per il teatro. “Il mio incontro con il teatro – dice -  è avvenuto tanti anni fa. Avevo vent’anni, frequentavo un circolo universitario, la Scacchiera. Una sera ebbi modo d’assistere ad una prova di Sandro Nisivoccia e Regina Senatore. Scoccò una scintilla che ha acceso un fuoco che anno dopo anno è diventato sempre più forte”. Cos’è il teatro gli chiedo. “È sicuramente amore, passione” – mi risponde con assoluta risolutezza. “Come tutte le passioni è piacere, sacrificio, abnegazione, sofferenza, solitudine, esaltazione, generosità, freddo, calore. I miei inizi teatrali risalgono al periodo universitario, poi il servizio militare, il lavoro, la famiglia non mi hanno lasciato molto tempo. Tempo che non è mai mancato per lo studio ed i sogni.” Mi piace ascoltarlo e mi stuzzica l’idea di riuscire a capire cosa passa nel cuore e nella mente di appassionati come lui.  Quali personaggi hai più sentito affini alla tua anima e di quali ti sei innamorato di più?

Certamente ci sono personaggi che ho sentito di più. Mi stimola però interpretare tutti i personaggi con le loro connotazioni psicologiche. Il teatro è anche una sfida per sempre nuove conquiste.  Chi amo? Eduardo o Peppino De Filippo, Scarpetta, Viviani. Adoro Pirandello, Tolstoj, Dostoevskij, Ibsen, Moliere, Shakespeare o Ruccello e tanti altri. Non riesco a scegliere uno spettacolo invece che un altro. Tutti sono stati frutto di studio, sacrificio, tutti mi hanno arricchito. Tutti sono nati da una gestazione più o meno lunga. Non riesco a preferire “un figlio ad un altro”. Un figlio può essere nato con qualche difetto ma lo ami di più e cerchi col tempo di correggerlo e perfezionato”.

E’ piacevole conversare con Carlo e concludo chiedendo di associare un colore al teatro.” Per dirti del colore” dice “devo fare una distinzione tra opere teatrali che io vedo realizzate e opere da me rappresentate. Nel primo caso io vedo la miriade di colori tenui o forti creati dal regista, dagli attori, scenografi, musicisti, tecnici ecc. Nel secondo caso il colore è il bianco”. “Poi - chiosa – mi piacerà creare i colori cercando d’essere non attore amatoriale, non professionista ma attore d’arte!”

 

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