Impresa di Pulizia a Salerno

Il Barbiere di Siviglia al Teatro Verdi, la bellezza di essere “Rosina”

Intervista a chi ha fatto perder la testa al Conte d'Almaviva, Teresa Iervolino si racconta..

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Il Conte d’Almaviva è innamorato di lei, la bella Rosina..

Parte da qui la celebre opera buffa, divisa in due atti, che continua a fare il giro del mondo e sarà in scena ancora al Teatro Verdi venerdì 7 dicembre, alle 21.00, domenica alle 18.00 e martedì 11 dicembre alle 19.00. Stiamo parlando de “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, che sempre affascina dalla prima rappresentazione a Roma, al Teatro Argentina il 20 febbraio del 1816. Al Teatro Verdi di Salerno, a dirigere la fantastica Orchestra Filarmonica Salernitana Giuseppe Verdi l’eccellenza del direttore d’orchestra Antonello Allemandi, con la regia di Michele Sorrentino Mangini, il maestro del coro Tiziana Carlini, le scene curate da Flavio Arbetti e i costumi di Giusi Giustino. Per farci raccontare le emozioni di quest’opera non potevamo che scegliere lei, Rosina. E’ Teresa Iervolino che ha lavorato già al Teatro Massimo di Palermo e al Teatro Regio di Torino, tra i tanti, torna a Salerno per far innamorare Pietro Adaini, ovvero il Conte d’Almaviva.  Nelle vesti di Figaro, invece, Massimo Cavalletti, così come Don Basilio interpretato da George Andguladze e Beta da Petya Tzoneva, Fiorello e Ambrogio rispettivamente da Luigi Cirillo e Umberto Salvato.

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Nata ad Avella, piccolo comune in provincia di Avellino, Teresa Iervolino è la protagonista femminile dell’opera che andrà in scena al Teatro Verdi di Salerno. Negli anni la sua voce da mezzosoprano ha incanto palcoscenici internazionali, dalla Scala di Milano al Teatro Opéra di Parigi. Teresa a Salerno vive per amore, nonostante ami la città, la sua anima e il suo lavoro sono sempre in giro per il mondo. E’ una delle voci più acclamate in Italia e venerdì al Teatro Verdi, si terrà la prima della famosa opera “Il Barbiere di Siviglia”. Dalle sue passioni, ai viaggi per il mondo, passando per temi delicati come la violenza sulle donne, Teresa si è raccontata senza peli sulla lingua, con quel brio ed allegria che contraddistingue la protagonista dell’opera di Rossini.

Grande ritorno a Salerno con una rinomata opera del maestro Rossini. Come ci si sente nei panni della protagonista Rosina?

“Amo tornare a Salerno, mi piace la città e una parte del mio cuore è qui. In tutte le mie opere sono sempre la protagonista e ogni ruolo che interpreto tendo a portarmelo nel cuore. Nei panni di Rosina mi diverto molto, è una ragazza brillante, molto peperina, che si trova a vivere i primi bollori, i primi innamoramenti. Si innamora infatti di un uomo, il conte, ma lei è “prigioniera” di Don Bartolo che vuole sposarla. L’incontro con il conte sarà per Rosina una liberazione come se fosse “arrivato qualcuno per salvarla”. Credo che questo spettacolo piaccia molto al pubblico, perchè in molti si ritrovano in questo spirito brioso di Rosina, fa sorridere”.

C’è un Teatro in particolare che le suscita maggiori emozioni, che la fa sentire “a casa”?

“Penso che ogni teatro abbia una propria anima, ed è questa una delle bellezze del nostro mestiere. Ogni teatro ha un’aria diversa mai uguale, ogni luogo ha una propria storia. Ad esempio quando all’Opèra di Parigi ho interpretato Cenerentola, mi sentivo in un’epoca totalmente diversa, c’era un mood magico in quel teatro e penso che questa caratteristica di diversità appartenga ad ogni teatro del mondo. Per me il Teatro Verdi di Salerno è una bomboniera, l’aspetto meraviglio è che sono una cantante d’opera in gran parte Rossiniana, e quando vedo su di me, dipinto sul cielo del teatro, Rossini che dipinge gli angeli mi sento come protetta dal Maestro”.

Una panoramica sul Teatro in Italia, come sta cambiando?

“In molti dicono che l’opera stia finendo di esistere. Personalmente credo che tutto cambia, anche il Teatro nel mondo, così come in Italia, è cambiato anche in base al periodo storico in cui ci troviamo. L’opera sta semplicemente cambiando come tutto nella vita. I testimoni di questo sono gli spettatori, anche giovani che ci seguono. Il problema reale è che non c’è una cultura dell’arte, della musica, all’interno in primis delle scuole. Una materia come storia dell’arte dovrebbe essere considerata come cultura generale, invece, non si studia più. I ragazzi di oggi non hanno alcuna educazione musicale per potersi avvicinare all’opera. Il pubblico fa restare in piedi il Teatro, senza gli spettatori non saremmo niente. Siamo servi del pubblico”.

Nell’ultimo anno molte attrici cinematografiche e di teatro hanno denunciato di aver subito una violenza fisica o verbale. Cosa pensa in merito?

“Questo è un argomento delicato quanto importante. Tali violenze non esistono solo nel mio lavoro ma più genericamente raggiungono tante sfere sociali. Dal periodo patriarcale al voto alle donne non sono passati secoli, bensì anni e questa mentalità non la sconfiggi in poco tempo. Spesso la chiave della nostra violenza appartiene a persone vicine a noi, a uomini che spesso ci entrano in casa, ma riconoscerli non è facile per tutte. Ovviamente questa dinamica avviene anche nel mondo del lavoro. Per arrivare a qualcosa crediamo di doverci sottomettere a qualcuno, invece, dobbiamo combattere e mostrare solo le nostre capacità. Siamo donne, abbiamo un cervello, un’anima e siamo molto di più di un corpo. Questo è quello che cerco di fare con i miei personaggi immettere valori etici e di poter arrivare al cuore, come faccio in Cenerentola. Anche Rosina nel suo brio è un personaggio buffo ma furbo, che dimostra di saper utilizzare non il corpo ma il cervello. Non smetterò mai di dirlo bisogna far conoscere la nostra anima e non l’utilizzo dell’estetica del corpo”.

Progetti futuri?

“Nei prossimi mesi sarò sempre protagonista all’Opera di Amsterdam, ci sarà un grande ritorno al Rossini Opera Festival e al San Carlo di Napoli con un’altra opera del maestro Rossini, “Ermione”. Altre cose sicuramente sono in cantiere. Nella vita bisogna crederci, e quello che vogliamo si realizzerà.”

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