Unire scuola, famiglia e istituzioni per arrivare alla libertà nella società civile. E’ questo l’obiettivo dell’Associazione “Autismo chi si ferma è perduto” che questa mattina, alla presenza del vicesindaco Eva Avossa, e circa 2o classi di diversi istituti scolastici, ha presentato due progetti di inclusione sociale per i ragazzi autistici. I progetti sono due “Autismo: la classe va a canestro” e “L’autismo entra nella società civile”, orientati al coinvolgimento dei ragazzi nello sport, nella vita di tutti i giorni e nel lavoro socialmente utile. Progetti che cercano il sostengo della scuola, dell’Asl e del Comune di Salerno, che ha patrocinato l’iniziativa arrivata alla terza edizione. Un richiamo forte alla collaborazione e alla coesione, quello dell’Associazione che, da diversi anni, lavora per arrivare a creare una rete educativa e mettere in atto un piano globale funzionale all’autismo. Negli anni, però, il lavoro dell’associazione non è stato “rose e fiori”, molti progetti scolastici non sono stati sviluppati, tanti altri sono stati di “nicchia” a causa dei pochi fondi messi a disposizione. “Le famiglie non devono essere lasciate sole, le istituzioni devono favorire il percorso scolastico”. Ha voluto fortemente sottolineare il Presidente Vittorio Naddeo.
L’iniziativa presentata questa mattina si inserisce nell’ambito di iniziative scolastiche del PTOF delle singole scuole. I progetti, individuando una scala di diverse abilità degli autistici, mirano ad offrire un paniere di attività sportive, di inclusione, di autonomie da raggiungere, di laboratori da attuare, al fine di coprire le singole esigenze.
“L’obiettivo è entrare nella società civile. Abbiamo costruito un’insieme di scuole e genitori per costruire un’iniziativa funzionale. Nella prima edizione eravamo in cinque classi della scuola Medaglie d’oro, la prima a sostenerci. Nella seconda edizione siamo arrivati a dieci classi. Quest’anno abbiamo raddoppiato il numero dei presenti – ha dichiarato Vittorio Naddeo, presidente dell’associazione promotrice dell’iniziativa -. Vogliamo costruire un successo globale, provando ad unire la nostra esigenza. Siamo riusciti ad aggregare più attività sportive, di vario genere”.
Infatti, oltre ai progetti di autonomia quotidiana come il camminare o attraversa la strada da soli e la creazione di attività sportive ad hoc, l’associazione quest’anno si è spinta oltre, trovando l’appoggio di tanti ristoranti ed esercizi commerciali.
“Grazie alle scuole che hanno redatto un progetto scolastico abbiamo avuto l’appoggio anche di attività imprenditoriali, con bar, ristoranti, tipografie e negozi, che hanno aderito all’iniziativa. L’obiettivo è di creare un sistema semplice, composto da casa, scuola e sociale – continua Naddeo -.Ci sono alcune attività salernitane che hanno dato adesione, i ragazzi potranno imparare anche a fare le pizze. Sono tutte iniziative che servono al ragazzo autistico ad entrare nella società per farne parte autonomamente”.
La prima scuola che ha aderito all’iniziativa è la Medaglie d’Oro, ma visti i risultati iniziali anche altre scuole hanno deciso di dare ascolto all’associazione e creare possibilità di coesione sociale per i tanti ragazzi autistici. Infatti, l’associazione stessa ha registrato evidenti cambiamenti. Unico rimprovero e rammarico del Presidente Naddeo è stato l’iniziale interessamento delle scuole, dell’Asl e del Comune stesso. “Contesto la sordità dell’Asl, del Comune e della scuola, bisogna lavorare insieme per l’inserimento dei ragazzi nella società. L’autismo necessita di allenamento, ogni iniziativa funzionale al singolo soggetto porta un miglioramento. Quando i ragazzi fanno anche un semplice canestro e vedono l’intera classe applaudire, per loro è un successo. Ad oggi ci sono genitori che conoscono più dell’Asl quello che si deve e non si deve fare per i propri figli”.
L’intento dell’iniziativa è quello di valorizzare i diversi progetti scolastici per permettere un reale inserimento nella società civile e generalizzare quanto acquisito.
“E’ un progetto molto interessante giunto all terza edizione ed ha avuto risultati straordinari. Un progetto che vuole andare verso l’inclusione quella vera, con un sistema semplice: mettere insieme i ragazzi nel gioco di squadra del mini basket, e non solo. Ho assistito a queste gare dove i ragazzi si aiutavano tra di loro, si sentivano parte di una squadra e sono particolarmente portati all’attenzione. I risultati sono molto interessanti”. Queste le parole del vicesindaco Eva Avossa che dimostra partecipazione e reale interesse del Comune ai progetti d’inclusione attiva e sociale.