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Aumenta il costo del pasto per i dipendenti dell’Università di Salerno

Aumentano i costi in mensa per tecnici, amministrativi, ricercatori e docenti: la Cisl a difesa dei lavoratori dell'Ateneo

In una nota la Cisl di Salerno ha preso le difese dei lavoratori dell’Università degli Studi di Salerno dove, pare, sia aumentato del 35 per cento il costo del pasto presso la mensa:

“L’anno nuovo inizia con un’amara sorpresa per i circa 2.000 dipendenti (tecnici-amministrativi, ricercatori e docenti) dell’Ateneo salernitano. Nella giornata di giovedì 7 gennaio, infatti, il personale che si è recato in mensa, per consumare il solito pasto, ha dovuto pagare per il pranzo completo : 7.80 euro a fronte dei 5.80 euro pagati fino a dicembre e previsti dalla convenzione sottoscritta il 19 dicembre 2011 tra l’Università degli Studi di Salerno, all’epoca guidata dal Rettore Raimondo Pasquino e l’Edisu (azienda/Ente per il diritto allo studio universitario) presieduta dal professore Antonio Piccolo. I vertici dell’Adisu ora, con un provvedimento in contrasto con quanto previsto dalla succitata convenzione e limitandosi a una semplice comunicazione della tabella dei prezzi praticati dalla nuova società appaltatrice del servizio mensa, hanno applicato un incremento economico del costo del pasto pari al 35%.

“Oltre ad avere molte perplessità dal punto di vista formale, ritengo fortemente penalizzante un incremento di tale portata per tutti i dipendenti dell’Università”. Così ha commentato l’accaduto il segretario Pasquale Passamano. “Aggiungo inoltre che il tutto si è concretizzato senza il coinvolgimento degli organi accademici statutari dell’Ateneo (Consiglio di Amministrazione e Senato Accademico) e delle organizzazioni sindacali presenti nel comparto Università”. Venerdì 8 gennaio, la segreteria generale della Cisl Università di Salerno, ha incontrato i vertici dell’Ateneo salernitano, il Rettore Aurelio Tommasetti, il ProRettore Antonio Piccolo e il Direttore Generale, il dottore Attilio Bianchi, per ribadire il proprio disappunto rispetto alle disposizioni poste in essere dall’Adisu e chiedere di porre in essere tutto quanto necessario per ristabilire le condizioni previste dalla vigente convenzione. Il sindacato ha chiesto, inoltre, di rivedere tutte le convenzioni tra l’Università e l’Adisu (residenze, borse di studio e servizio mensa) prossime alla scadenza per iniziare a lavorare eventualmente su ipotesi di completamente diverse da quelle attuali e prendendo in considerazioni anche soggetti diversi dall’Adisu. “Perché se il primo risultato dell’esternalizzazione del servizio mensa ha prodotto un aumento del 35% del costi dei pasti per i dipendenti, viene da pensare che esternalizzare i servizi non è sempre conveniente. Siamo pronti a manifestare tutto il nostro disappunto sia nei prossimi incontri previsti con il Rettore che nelle prossime adunanze del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico, attraverso i nostri rappresentanti”, ha concluso Passamano.

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