Si sta stringendo il cerchio, sarebbero stati effettuati nella giornata di ieri da parte della Polizia alcuni arresti, fermi avviati in alcuni quartieri della città. Come si legge sul quotidiano Il Mattino, oggi in edicola, nulla trapela dagli inquirenti e gli investigatori sulle misure cautelari per droga e non solo. Sarebbero state trovate anche armi dagli agenti. Tutto il lavoro delle forze dell’ordine a contrasto dell’attività di spaccio, non è escluso poi che ci sia un legame più che intenso con quella notte della scorsa estate, luglio 2017, quando a Pastena venne ucciso Ciro D’Onofrio. Come si legge su Il Mattino è altamente probabile che le indagini siano partite da quel delitto per poi ricostruire forse una nuova mappatura dello spaccio di sostanze stupefacenti nei vari quartieri cittadini.
Nell’arco di 12 mesi sono andate avanti le indagini da parte degli investigatori su quanto accadde quella domenica sera lungo viale Kennedy. Sospetti concretizzati su delle persone che pare siano già state fermate dalle forze dell’ordine. In questi mesi si è cercato di ricostruire, in particolare, ciò che è accaduto prima dell’omicidio, da dove nasce quella esecuzione e se i mandanti sono gli stessi che hanno eseguito, freddando Ciro D’Onofrio il 30 luglio.
QUELLA SERA
Erano passate da poco le 23 quando Ciro D’Onofrio, 35enne di Matierno, si trovava nel quartiere di Pastena, zona orientale di Salerno. Nel giro di pochi secondi il silenzio che predomina quello specifico quartiere, isolato dal centro città, è stato spezzato da più colpi d’arma da fuoco. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti Ciro era al bordo del suo scooter, un Free di colore blu, presumibilmente, in attesa del suo assassino con cui aveva un appuntamento proprio in Viale Kennedy. Appena ha fermato il suo Free è stato colpito da una raffica di colpi, almeno tre, che lo hanno centrato in pieno senza lasciargli speranza di vita. Ciro è morto con ancora il casco in testa e le chiavi nel motorino.
I colpi sono stati sentiti dai residenti della zona e da chi stava ancora trascorrendo la serata al chiosco che dista pochi metri di distanza dal luogo dell’uccisione. Immediati i soccorsi dell’Humanitas e Croce Bianca che, però, hanno solo potuto costatarne il decesso. Poco dopo sul posto polizia, carabinieri e scientifica. Intorno alle 23.45 arrivarono anche i familiari.
Secondo una prima ricostruzione, fatta prima dell’autopsia, D’Onofrio si sarebbe subito accorto dell’agguato ma non avrebbe fatto in tempo a mettere in moto il suo Piaggio Free e fuggire. Così, dopo aver corso per pochi metri, sarebbe stato raggiunto dai proiettili, proprio mentre cercava aiuto ai presenti dinnanzi al chiosco. Per lui non c’è stato scampo: al terzo colpo potrebbe essersi accasciato a terra, ormai privo di forze.