Cresciuto nel settore giovanile della Salernitana, oggi è stato decisivo nel privare i granata della prima gioia lontano dalle mura amiche. In sala stampa Piccolo conferma che quella di stasera non era una partita come tante: «Non ho esultato per rispetto verso la città che mi ha accolto sin da Piccolo. Per me era una partita speciale. Vengo spesso a Salerno, dove ho tanti amici. Sono felice per la doppietta comunque e per il pareggio agguantato».
Poi passa ad analizzare il match: «Per me il pareggio è giusto. Abbiamo avuto un approccio sbagliato, concedendo due gol alla Salernitana. Poi siamo stati bravi a riprenderci e a raddrizzare la partita. Le due squadre hanno avuto diverse occasioni per rompere di nuovo l’equilibrio. Alla fine credo che il risultato sia giusto». E sul rigore: «Credo ci fosse». Poi Piccolo si sofferma sulle aspettative di Lanciano e Salernitana per questa stagione: «Noi siamo una piccola realtà e il nostro obiettivo è la salvezza. Salerno è una piazza importante, con un organico importante e una grande storia. È giusto che loro puntino magari a qualcosa in più di una semplice salvezza».
Il numero dieci degli abruzzesi ricorda poi quella nidiata granata di cui faceva parte, disintegrata dal fallimento della società: «Era una situazione particolare. Quello era sicuramente un ottimo settore giovanile. Ricordo ad esempio i fratelli D’Ambrosio, uno dei quali è andato all’Inter. Ricordo Rispoli che oggi è a Palermo. C’è sicuramente rammarico nel non essere riusciti a sfruttare e valorizzare il potenziale di quel gruppo». E, in chiusura, la conferma di un ritorno che poteva ma non si è materializzato in estate: «C’è stato un interessamento che non si è concretizzato. Il Lanciano ha voluto puntare su di me, col mister che ha chiesto la mia conferma e sono rimasto qui».
