Allarme commercio sia in città che in provincia lanciato da Confcommercio. L’annunciata ripresa sarebbe solo di carattere “strumentale” in considerazione del fatto che gli indici rimangono molto bassi. “La situazione è la solita, critica-ha spiegato il presidente di Confcommercio e della Camera di Commercio Guido Arzano-. Abbiamo troppo turn over che vuol dire che la vita media delle nostre attività è bassissima. La crisi dei consumi sembrerebbe, almeno nel primo trimestre, aver
cominciato a decrescere. I settori in piena sofferenza sono quelli non legati al cibo che riprende
soprattutto nel dettaglio tradizionale, la grande distribuzione invece limita le perdite. Questo ci
preoccupa perchè ci può essere un ingresso massiccio di commercio irregolare ed anomalo che
può determinare condizioni di vivibilità pericolose per tutti”. Sebbene il saldo tra aperture e
chiusure di attività commerciali sia positivo, le speranze non sono delle migliori perché il dato, alla
luce della liberalizzazione del commercio, sarebbe falsato a causa della miriade di aziende che durano un giorno. Per un reale rilancio è necessario dunque migliorare il reddito e le condizioni vita dei cittadini. “Sul sostegno alle imprese- concludono dal direttivo di Confcommercio- abbiamo tanti falsi riferimenti. Non è difficile aprire attività commerciali ma manca un vero sostegno alle giovani imprese, pacchetti star up validi con cui si possa essere seguiti con strumenti finanziari e tecnici. Lo strumento creditizio resta fondamentale ma deve essere basato su fatti concreti e tassi di interesse non usurari”.
