Impresa di Pulizia a Salerno

Al Teatro Arbostella Gino Esposito il secondo appuntamento in cartellone

Cambio di scena al Teatro Arbostella Gino Esposito di Salerno dove, per il secondo appuntamento in cartellone, ecco ritornare nella struttura di Viale Verdi una vecchia conoscenza del pubblico ovvero l’esilarante Sasà Palumbo che con la sua compagnia napoletana “Acis il Sipario” che si cimenterà in uno dei suoi successi comici. “Non sono un gigolò!” è questo il titolo della divertentissima pièce teatrale che il gruppo partenopeo ha già proposto con affermazione in tanti teatri napoletani e non solo, conseguendo premi e riconoscimenti dalla Calabria al Trentino Alto Adige e premiato come miglior spettacolo italiano nel 2014 da Giuseppe Tornatore a Roma.

Capitanati proprio da un irresistibile Sasà Palumbo nei panni di uno chef di nome Michele Gigolo, il lavoro può contare sulla forza trainante di un gruppo di attori davvero valido tra cui Antonella Romano, Bruno La Peccerella, Ciro Lago, Rosa Cece, Lucia Giugliano, Elisabetta Fulgione, Gianni Palumbo, Salvatore Medici e Franco Tortora

Una farsa dal cuore moderno quella in scena all’Arbostella che, rendendo giustizia al vero ruolo del teatro affronta tematiche serie in maniera apparentemente leggere portando alla riflessione gli spettatori.

Lo spettacolo si apre con il protagonista, che dopo aver perso il proprio ristorante per un misterioso sequestro tenta il suicidio riproponendo proprio una triste attualità che vede più d’una volta imprenditori, operai e impiegati soccombere volontariamente dinanzi alla perdita del lavoro. In “Non sono un gigolò!” l’autore con il suo personaggio prova invece ad affermare che bisogna avere la forza di combattere e di non arrendersi mai. Affrontando, tra gli altri, il tema dell’omosessualità e della corruzione, la storia immaginata da Palumbo e proposta con estro e gioviale maestria recitativa, osserva le vicende di un cuoco napoletano che ad un tratto vede cambiare la sua vita per effetto di un’improvvisa visita dell’Asl e della Guardia di Finanza.

Grazie alla persuasione della zia Erminia, che lo ha cresciuto e grazie alle rassicurazioni dell’amico avvocato Antonio Petrone, Michele evita il baratro del suicidio trovandosi poi catapultato, anche per effetto del proprio cognome (con l’aggiunta di un accento), in un gioco elettrizzante quanto pericoloso. Un meccanismo ricco di sorprese che lo porta a conoscere clienti non sempre belle e che lo porterà tuttavia a confrontarsi con un senatore gay che si trasformerà tra non poche peripezie nella risoluzione a tutti i suoi problemi. Il resto è da vedere, ridere e applaudire.

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