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Affiliati al clan Pecoraro-Renna, ecco gli arrestati: c’è anche Antonio Anastasio – LE FOTO

I fermati accompagnati dai Carabinieri: minacce con teste di maiale, molotov, auto incendiate e ordigni, ecco i dettagli dell'operazione Perseo

Marco Rarità

Come detto sono 16 le persone a cui è stata applicata una misura restrittiva, 14 destinatari di custodia cautelari in carcere, una agli arresti domiciliari e una di interdizione ad assumere incarichi direttivi per 12 mesi. Questi sono ritenuti responsabili di 3 reati. Il primo di questo è associazione per delinquere di stampo camorristico. Articolo 416 bis, quali promotori referenti ed affiliati del clan Pecoraro-Renna operante nell’area a Sud della provincia salernitana, oltre che di numerose ipotesi di cosiddetti reati-fine dell’associazione, prevalentemente di matrice estorsiva, aggravati dal metodo mafioso. Sono poi accusati di violenza privata ed attentato contro i delitti politici del cittadino, aggravato anche questo dal metodo mafioso. Infine truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. 

L’indagine denominata “Perseo”, iniziata nel dicembre 2015, ha permesso di individuare i responsabili in ordine a numerosi episodi di estorsione e danneggiamenti aggravati da modalità mafiose compiuti in danno di imprenditori della Piana del Sele, impegnati nel settore finanziario, agricolo, dei trasporti e del noleggio di videogiochi da parte di soggetti collocati, come detto, nel solco storico criminale del clan Pecoraro Renna. Parliamo di atti intimidatori, talvolta con modalità efferati, utilizzando mazze ferrate e nella maggior parte dei casi ordigni esplosivi o artigianali. Casi in cui sono state colpite auto con numerosi colpi d’arma da fuoco e con bombe molotov lanciate mentre le vittime erano a bordo delle auto. 

Nello specifico, tra i vari casi, c’è la minaccia effettuata a un imprenditore di Pontecagnano Faiano, operante nel settore del noleggio di videogiochi e slot machine al quale è stata fatta recapitare una testa di suino. Altro caso ad un imprenditore edile di Salerno, a cui è stato bruciato un escavatore presso un cantiere di Pontecagnano e, qualche giorno dopo, gli è stata bruciata l’auto nel garage di casa, una abitazione di Salerno.

Per quanto riguarda la misura cautelare nei confronti di Antonio Anastasio, consigliere comunale di minoranza del Comune di Pontecagnano Faiano, secondo le indagini era appoggiato dall’organizzazione camorristica. Aveva pianificato una minaccia perpetrata nel maggio del 2016 ai danni di un consigliere di maggioranza per costringerlo a non partecipare ad una riunione del consiglio comunale. Si trattava, infatti, di una riunione decisive in quanto all’ordine del giorno c’era l’approvazione del bilancio dell’ente. La mancanza del consigliere in questione avrebbe determinato lo scioglimento dell’amministrazione. La vittima ha collaborato denunciando agli inquirenti la minaccia subita.

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