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Politica e spaccio: ecco come agiva il sodalizio di Battipaglia

Imponevano ai pusher di acquistare da loro, avevano un debito con i "napoletani"

Marco Rarità

Sono diversi i dettagli emersi dalla conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso la Procura della Repubblica di Salerno dopo l’ordinanza di custodia cautelare che è scattata nei confronti di 87 affiliati ad un’organizzazione criminale che, secondo gli inquirenti, è stata sempre in diretto contatto con il clan di Biagio Giffoni e Bruno Noschese

. Oltre ai fermi sono stati disposti anche il sequestro di un lussuosa villa e di una società commerciale, con interessi nel settore della ristorazione. Per gli indagati l’accusa di aver monopolizzato il mercato della droga di Battipaglia e delle Piana del Sele, a partire dal 2009 fino a tutto il 2012.

Un vero e proprio sodalizio delinquenziale a cui è contestato anche l’associazione per delinquere di tipo camorristico, un gruppo guidato da Cosimo Podeia, Pierpaolo Magliano e Paolo Pastina. Avevano conquistato il monopolio sulla attività di fornitura e distribuzione della droga, hashish, marijuana e cocaina, su tutto il territorio eliminando dalla scena un altro sodalizio criminale, guidato da Carmine Marino che fino ad allora aveva operato in “esclusiva”.

Li minacciarono di allontanarsi da Battipaglia e operare unicamente a Bellizzi. Questi imponevano l’acquisto delle sostanze stupefacenti in loro possesso a tutti gli spacciatori determinando l’esclusione coatta di tutti coloro che non avessero voluto sottostare a tale regime esclusivo. Le indagini hanno preso spunto dalle dichiarazioni di uno degli affiliati che ha collaborato con la giustizia dopo essersi disfatto nell’ottobre del 2010 di un enorme quantitativo di droga per paura di essere arrestato.

L’uomo era convinto che sarebbe stato ucciso dai capi del sodalizio e chiese la protezione dell’Autorità Giudiziaria. L’organizzazione si riforniva di hashish, marijuana, shunk e cocaina principalmente a Marano di Napoli e a Secondigliano, con un sistema in grado di commercializzare mediamente dai 20 ai 60 chilogrammi di hashish, e dai 2 e 5kg di cocaina al mese. Altro particolare riguarda un debito che i capi dell’organizzazione avevano con i fornitori napoletani, dovevano restituire 400mila euro.

Con il passare dei giorni i fornitori napoletano avevano iniziato a minacciare ripetutamente di morte gli esponenti del gruppo e i loro familiari. Ma l’organizzazione di tipo camorristico del sodalizio battipagliese aveva coltivato anche altri interessi, come quello di condizionare il voto, con azioni intimidatorie, a favore di Orlando Pastina, candidato ed eletto consigliere comunale di Battipaglia nelle consultazioni amministrative del 2009.

Inoltre, secondo gli inquirenti, condizionavano l’attività amministrativa e il governo della città di Battipaglia, oltre a porsi l’obiettivo di controllare la gestione del gioco d’azzardo e delle slot machine sul territorio.

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