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Pesca sportiva a Salerno, Veg in Campania annuncia presidio di sensibilizzazione

I volontari scenderanno in piazza per spiegare ai cittadini la crudeltà che si cela dietro la pratica della pesca

admin

La pesca non è uno sport, così come non lo è la caccia. Non può definirsi tale un qualcosa che cela crudeli maltrattamenti a danno degli animali, esseri viventi senzienti perché un cuore che batte prova sofferenza. E chi sostiene che i pesci non siano in grado di provare dolore non sa quanto sia sbagliato questo pensiero. Come tutti gli esseri viventi provano dolore, soffrono e reagiscono ad esso con comportamenti precisi e marcati, come risulta da diversi studi scientifici. Ed è per questo che Veg in Campania ha indetto un presidio di sensibilizzazione in programma per domenica 18 giugno, in occasione del campionato provinciale di pesca dalla riva che si terrà sulla scogliera di piazza Cavour. I volontari saranno presenti in piazza dalle 9 alle 13 sul Lungomare, all’altezza della Provincia di Salerno per ribadire con un volantinaggio informativo il dissenso a questo tipo di manifestazioni. Il presidio è aperto a chiunque voglia manifestare la propria contrarietà alla pesca, a chiunque sia contro ogni pratica umana che preveda utilizzo, tortura e/o uccisione di animali.
La pesca sportiva è una delle pratiche più crudeli per i pesci: le convulsioni dell’animale, che in un ambiente estraneo e irrespirabile si dimena in preda alla sofferenza e all’asfissia, sono la più palese manifestazione di dolore. L’amo, che viene estratto dalla bocca del pesce e che lacera anche parte della testa, è paragonabile ad un arpione conficcato nella bocca di un uomo che, brutalmente estratto, gli fracassa mandibole, fronte e cervello.
Sebbene gli organizzatori dichiarino nel loro comunicato che ci sarà il “rilascio immediato di tutte le prede catturate, garantendo la sopravvivenza degli amici pinnuti e la salute della fauna e flora del nostro splendido litorale”, la pratica del No-kill e Catch&Release in questa tipologia di pesca può riportare gravi ferite, tali da causarne la morte per via dell’impossibilità ad alimentarsi. Inoltre, quando i pesci vengono tormentati e costretti a lottare fino all’esaurimento, sono poi incapaci di muoversi per diverse ore dopo la cattura ed il rilascio. Durante questo periodo di tempo saranno a rischio di attacchi di predatori o di ferite provocate da oggetti inanimati presenti nell’ambiente.
“Stupisce e sconcerta la cecità e l’indifferenza dell’uomo nei confronti della vita e della sofferenza degli altri, la sua capacità di infliggere tale crudeltà, per di più solo per sadico divertimento, ad un essere senziente in grado di provare dolore e paura proprio come noi. Contemporaneamente chiediamo all’amministrazione comunale, che con recenti integrazioni al già esistente Regolamento di Tutela degli Animali ha dimostrato maggiore sensibilità a queste tematiche, di seguire l’unica direzione in sintonia con una società che si autodefinisce civile, ovvero di non concedere più né l’autorizzazione né il patrocinio a questo genere di eventi, che nulla hanno di culturale e sono invece manifestazione di violenza dell’uomo sulle altre specie. La pesca non è uno sport, è solo tortura! Vi aspettiamo”, dichiarano i volontari di Veg in Campania.

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