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L’imperatrice Salernitana, nozze d’argento in B

Un tormento e un amore: tutto nella seconda lettera dell’alfabeto

Marco Rarità

Siamo nella sala del trono, nel palazzo reale di Vienna, è una fredda mattina del 20 ottobre 1740. Una cerimonia solenne, il silenzio è interrotto solo dai brusii di chi non resiste alla tentazione. L’Austria sta per riconoscere in Maria Teresa la sua nuova imperatrice, figlia del defunto Carlo VI. Durante le fasi più concitate della funzione due ministri si avvicinano di spalla e si sussurrano qualcosa, certi, di non essere ascoltati da Maria Teresa: «Peccato che sia una donna..». È la storia del tempo, di una monarca che rivede il trono. Saranno nozze d’argento, quelle tra la Salernitana e la serie B, il venticinquesimo anno in cadetteria per la squadra granata nei suoi più che tormentati anni di storia.

Tutti passati così, tra campi e tribunali, a tribolare, impazzire e farsi male, implodere e sognare. L’ha ritrovata in un lustro, la Salernitana, questa categoria, su 22 squadre probabilmente ne ritroverà solo quattro di quel campionato che lasciò in un triste e afoso pomeriggio di maggio. Quel campionato che aveva conosciuto ancora bambina, nel 1938, condotta proprio da un austriaco, Franz Hansel, di bianco-azzurro vestita conobbe la delusione della retrocessione in un altro calcio, fatto di sabbia e pezza, mentre i venti di guerra cominciavano a soffiare più forte, lei prese un impegno col destino, quello di ritornare. E lo fece, la baciò due volte la cadetteria, in grande stile, prima nel 1947 consegnando alla storia la sua prima promozione e poi nel 1998 regalando al destino il tormento più grande.

È una novella d’amore, Salernitana e la serie B, come un affanno da corteggiare, come in quella gelida mattina del 1740, quando Maria Teresa sentì le “fredde” parole di quegli uomini e li fissò: «Sono una sovrana, signor ministro, ma ho l’animo di un re». Disse l’imperatrice.

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