Il ministro Martina fa tappa a Eboli

Internazzionalizzazioni e più infrastrutture per potenziare il settore agroalimentare

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Ha fatto tappa a Eboli il ministro alle politiche Agricole e Forestali Maurizio Martina. Nel suo viaggio verso Agropoli, dove ha partecipato a un incontro sulle eccellenze agroalimentari, il membro del governo Renzi ha fatto sosta nella frazione di Santa Cecilia centro nevralgico delle produzioni agricole della Piana del Sele. Potenziare le reti infrastrutturali e puntare sulle internazionalizzazioni sono, secondo il ministro Martina, le leve fondamentali per lo sviluppo del settore nella Piana del Sele come in Italia. “Eboli ha produzioni agricole straordinarie. Da qui nascono prodotti di qualità sia nel settore lattiero-caseario sia nell’ortofrutta. Le aziende devono avere vicino istituzioni che capiscano che la vera leva è organizzare meglio questi settori, portare i prodotti nel mondo alzando i livelli di controllo e verifica della qualità per essere ancor più competitivi, sostenere il credito alle imprese e facilitare le nuove assunzioni snellendo la burocrazia. Il governo terrà alta l’attenzione su tutti questi punti”. L’agricoltura quale volano di sviluppo per la Campania come per il sistema Italia, il ministro Martina garantisce la piena attenzione del Governo anche a sciogliere: “Nodi irrisolti da anni per questo territorio come quello delle piattaforme logistico-distributive. Daremo il massimo supporto agli imprenditori agricoli, creeremo le modalità per far circolare meglio i prodotti di qualità soprattutto nei mercati esteri. In questo senso va il Piano straordinario per l’internazionalizzazione del Made in Italy agroalimentare e alcuni progetti che lunedì lanceremo dall’Expo a difesa delle indicazioni geografiche protette alzando il livello di contrasto al falso agroalimentare Made in Italy”. Infine, sottolinea il ministro, serve: “Un’attenzione nuova da parte dell’amministrazione comunale, serve un sindaco che capisca quanto sia importante il settore agroalimentare per questo territorio, che intercetti quanto potenziale c’è ancora inevaso e faccia in modo che venga valorizzato”.

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