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“Ecco le priorità per il lavoro”

Franco Tavella, segretario Cgil Campania, dà suggerimenti al neo governatore

admin

“La politica del lavoro si fa quotidianamente.  E’  un percorso  lungo  e  faticoso. Non c’è una ricetta che permetta oggi d’investire per poi raccogliere i frutti domani.  Però nell’arco di una legislatura penso che Vincenzo De Luca riuscirà a portare a termine gli impegni presi con l’elettorato”.  E’ fiducioso Franco Tavella, segretario generale della Cgil Campania, che il nuovo governo regionale possa rivitalizzare il mondo del lavoro.

Come si deve partire per dare ossigeno ai disoccupati e rilanciare l’economia?

Bisogna innanzitutto spendere bene i fondi europei. Che sono un’occasione straordinaria, probabilmente anche l’ultima, per rendere il nostro territorio più attrattivo per gli investimenti. Le risorse ci sono e sono pure immense.

Dunque i fondi europei come punto di  partenza. E poi cos’altro bisogna fare?

Riprendere la  politica industriale,  che è stata messa da parte durante la legislatura di Stefano Caldoro. Attorno all’industria si può rivitalizzare un indotto notevole. Abbiamo un importante insediamento a capitale statale, penso a tutta la filiera di Finmeccanica. Bisogna  interloquire col governo nazionale per far sì che non solo si difendi l’esistente ma si rilanci anche il preesistente. Pertanto credo che sia indispensabile che la Regione apri un tavolo col Governo per favorire investimenti, attraverso un percorso che possa portare in Campania ulteriori finanziamenti.

Uno dei maggiori problemi che si troverà ad affrontare De Luca è quello relativo ai lavoratori forestali.

Sì. Sono 4500 e vanno utilizzati al meglio. Credo che  possano  essere impiegati nella difesa del territorio, nella protezione civile, nella politica della montagna,  che va riqualificata e ripresa. E in questo  filone, si possono attingere anche  fondi europei. Pero non possiamo pensare di legare il destino di questi lavoratori esclusivamente a dei  progetti,  come è stato fatto in questi anni. Perché, in questo caso, la procedura è spesso farraginosa. E a pagarne maggiormente le conseguenze sono gli operai che restano da mesi  senza stipendio.  Accanto  ai forestali, tuttavia,  ci sono altre categorie in crisi. Però De Luca ha promesso che raddoppierà il bonus di 8 mila euro sulle assunzioni. E quest’incentivo, secondo me, sarà molto utile.  Come si dovrà lavorare sul problema credito, attraverso gli incentivi regionali, per venire incontro a chi voglia investire e fare impresa.

A Salerno ci sono strutture, come l’aeroporto di Pontecagnano, che potrebbero avere un grosso peso sulla ripartenza dell’economia ma che, invece, non sono ancora sfruttate.

Questa vicenda deve essere risolta una volta per tutte. Sono anni che spendiamo danaro pubblico senza avere alcun risultato. E adesso probabilmente  è arrivato il momento di  dare una svolta decisiva. Per  cambiare decisamente rotta  servono due condizioni fondamentali: puntare su competenze professionali per la direzione aeroportuale uscendo quindi  dalla logica politica che ha prevalso fin’ora.  E ragionare,  se è possibile, ad una integrazione tra il Costa d’Amalfi e Capodichino. L’aeroporto salernitano, infatti,  ha una caratteristica,  sul piano tecnico,  molto importante: sia il decollo che l’atterraggio possono avvenire lato mare. Questo consentirebbe allo scalo salernitano di avere una possibilità di traffico aereo notturno. Perciò potrebbe instaurarsi una collaborazione  con Capodichino, visto che la  struttura napoletana sta crescendo ma è al centro della città.

Lei ha parlato d’integrazione. Ritiene che esistano altri campi in cui sia possibile unire le forze?

Certo. Uno può essere il turismo. Penso ad un collegamento tra i siti archeologici della Regione. Un percorso culturale che leghi, solo per fare un esempio, Pompei, Ercolano, Velia,  Paestum, la Certosa di Padula e  la Reggia di Caserta. Sarebbe una delle offerte  tra le più importanti al mondo. E, in questo modo, s’eviterebbe che il turista possa visitare solo un sito. Un’altra priorità, restando nel salernitano, è il rilancio del Parco nazionale del Cilento, che è stato il grande assente in questi anni. Uno dei parchi più importanti del Paese, che riesce ad abbinare il mare e l’alta collina. E per farlo occorrono non solo vincoli ambientali ma pure un programma di promozione del territorio.

Nel panorama delle opere pubbliche ci sono interventi bloccati dalla burocrazia, come il potenziamento della superstrada Salerno Avellino.

E’ un’opera che va immediatamente cantierizzata, anche a fronte di vecchi finanziamenti che c’erano e che si rischiamo di perdere. Deve essere realizzata in quanto collega  due capoluoghi importanti della regione. E perché gli effetti sull’occupazione sarebbero non solo immediati ma pure in prospettiva futura. Non solo, infatti,  si creerebbero posti di lavoro per la realizzazione  ma l’infrastruttura si porrebbe  al servizio dello sviluppo delle aree interne, che potrebbero, in questo modo,  trovare maggiore respiro sia sociale che economico.

Dulcis in fundo i Consorzi di bacino.

De Luca ha detto che affronterà immediatamente questa questione, che va avanti oramai da tempo. Ci siederemo e vedremo di trovare assieme le migliori soluzioni possibili.

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