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Cyberbullismo, Eva Avossa: “Dati allarmanti, bisogna istruire i genitori”

L'Istituto Comprensivo Salerno V di Ogliara ha realizzato un sondaggio dove è emerso che il 95 per cento di questi possiede uno smartphone e che il 38 per cento dei genitori non si interessa a quello che fanno i figli

admin

Cyberbullismo, bullismo, social media e internet. Con l’avvento dei nuovi metodi di comunicazione, quello che avviene all’interno delle proprie case, sembra spaventare di più rispetto a quello che può accadere per strada. Questo sicuramente perchè manca un confronto “faccia a faccia” reale, dietro uno schermo possiamo essere chi vogliamo senza essere riconosciuti e per questo giudicati. Negli ultimi anni, però, il cyberbullismo ha causato molte vittime. La violenza psicologia ha superato la violenza fisica e in Italia si è già tirato un bilancio sulle vittime di questo nuovo fenomeno. Basterebbe un semplice giro sui uno dei maggiori social network, quale facebook, per capire che il cyberbullismo non avviene solo dai più piccoli ma, nella maggior parte dei casi, dai più grandi. Gli stessi adulti che dovrebbero insegnare ed educare.
Febbraio è dunque diventato il mese della sicurezza in rete, in particolare il giorno 7 febbraio, cade il “Safer Internet Day”. Nel pomeriggio di ieri si è svolto un convegno presso il Centro Sociale di Salerno su “Generazioni Sconnesse”, organizzato dall’Istituto Comprensivo Salerno V di Ogliara. Hanno preso parte attivamente i giovani dell’istituto, la dirigente Scolastica, Renata Florimonte, l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Salerno, Eva Avossa, che da anni si occupa di sicurezza all’interno dei plessi scolastici, il Dirigente dell’Ufficio X Ambito Territoriale di Salerno, Renato Pagliara, l’Ispettrice della Polizia Postale, Roberta Manzo, la Dirigente Psicologa dell’ASL Salerno, Annalisa Rispoli e la Psicologa Rosa Zampetti, Referente aziendale dello spazio adolescenti e prevenzione al bullismo.

“Non abbiamo mai subito atti di bullismo, ma li abbiamo visti fare. Ci rendiamo conto che anche quando siamo in classe, utilizzare il cellulare è normalità. Non riusciamo a farne a meno”. Hanno commentato Claudia, Anna e Gerardo, tre giovani che durante il convegno sono saliti sul palco, dando voce ai più piccoli, illustrando il risultato di un sondaggio che hanno realizzato con i loro coetanei.

Un sondaggio che è stato posto a giovani dagli 11 ai 13 anni. Secondo questo sondaggio sembrerebbe che circa il 69 per cento dei minori utilizzi internet da solo. I motivi sono i più disparati: il 64 per cento utilizza internet anche in presenza di amici, il 64 per cento utilizza internet per ricercare informazioni, il 67 per cento lo usa per comunicare e chattare. Una grande fetta, circa il 70 per cento, lo usa per cercare musica. Il 95 per cento di questi possiede già uno smartphone, di cui il 64 per cento soffre di ansia senza. Il 50 per cento riesce ad essere se stesso su internet, di più rispetto alla vita reale. Le paure più grandi dei minori dell’Istituto sono tre: il 76 per cento teme atti di bullismo, il 44 per cento teme violenze e abusi fisici, mentre il 56 per cento la droga. Secondo lo stesso sondaggio il 38 per cento dei genitori non si interessa a quello che fanno i figli quando navigano in internet. L’intero sondaggio può essere visionato sul sito ufficiale dell’Istituto Complessivo V di Ogliara.

“Dati che fanno paura – ha dichiarato Eva Avossa – Il problema c’è sempre stato ma negli ultimi anni è diventato sempre più serio. E’ importante informare e formare genitori e adolescenti. La mia attenzione su questi argomenti continuerà”.

La dirigente scolastica punta il dito contro i genitori e le famiglie. Coloro che dovrebbero essere dei modelli da seguire, alle volte, sono i primi a fare cyberbullismo in rete.
“Questo è un incontro dibattito, rivolto in modo particolare ai genitori, ai docenti e agli studenti, per imparare insieme a rendere internet un luogo più sicuro – queste le parole della dirigente scolastica Renata Florimonte – Ci rivolgiamo alle famiglie, con cui stiamo costruendo un dialogo virtuoso, per creare un sistema di valori condivisi e responsabile per le giovani generazioni”.

Il cyberbullismo sta diventato un problema nazionale e mondiale. Tutto è alla portata di tutti. Chiunque può cambiare identità ed essere chi vuole. L’Italia sta facendo dei passi in avanti che potrebbero cambiano le regole del gioco. Lo scorso 31 gennaio, infatti, è stato approvato in Senato, con 224 voti favorevoli, un nuovo disegno di legge contro il cyberbullismo. Un disegno che dovrà essere valutato e approvato nelle prossime settimane anche dalla Camera. Se questo dovesse accadere in Italia ci sarebbe un prima vera legge che tuteli adolescenti e non, contro gli attacchi della rete.
“Le legge ci sta aiutando – continua Renata Florimante – ma è importante che si comunichi per ricostruire il senso delle relazioni interpersonali, imparando a riconoscere il linguaggio delle emozioni. La scuola è chiamata a fare la sua parte per diventare un luogo reale dove imparare a stare insieme”.

“Dietro un telefono si nascondono, perchè hanno paura di esprimersi nella realtà. Il cyberbullismo è quel messaggio offensivo ripetuto più volte, che fa male”. Queste le semplici parole di Gerardo, uno dei minori presenti al convegno.

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