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Cristea come Lazzaro, Salerno “impazzisce” per il rumeno

L'emozione dei tifosi granata per la rete all'ultimo minuto: in città è "Cristeamania"

Marco Rarità

Se le parole potessero essere accompagnate ci sarebbe un suono “speciale” su cui concentrarsi. Il calcio è passione, anche fantasia, sicché uno sforzo lo potete fare. Immaginate di ascoltare il ticchettio di un orologio, senza sapere quando si fermerà, senza sapere nulla, con l’ansia di ascoltare per sempre il suono dei secondi per poi riscoprirsi bambini e far volare il cuore.

«Così è (se vi pare)», come scrisse Pirandello, perché il tempo cancella tanto, talvolta tutto, tranne l’emozione dell’ultimo secondo. Così è stato per quell’argentino con il codino, così per questo trentenne nato ai piedi dei Carpazi e a pochi chilometri dalla Transilvania.

Non la dimentichi una emozione così, entra ufficialmente nel cassetto dei racconti da bar, quel “con chi eri” e cosa “facesti”. Sull’altalena del cuore è salito il rumeno, al 95esimo minuto di una partita di calcio, si è allungato su quella palla scivolando tra le nubi scese sul Ceravolo regalando ai tifosi granata un batticuore senza età. L’ultimo minuto, significa anche saper aspettare, come dicono gli ultras: «Fino alla fine», come fece Leandro Lazzaro che al San Paolo raccolse la sfera baciata dal palo disegnando la traiettoria della felicità.

Come hanno fatto tanti altri, in passato, con la maglia granata. Come Vannucchi a due minuti dalla fine nell’ultima gara interna in serie A, poco prima del gong perché quando segni all’ultimo secondo, come ha detto Andrei Cristea: «Perdi completamente il capo». Si è fatto capire il rumeno con il “suo” italiano, perché per questa Salernitana, davvero, c’è da perderci la testa.

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