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Che sia benedetta..

Sull'uscita d'emergenza del 2017, gennaio farà da spoiler: vivere di rintocchi o cominciare a suonare

Marco Rarità

“La miglior cosa sarebbe scrivere gli avvenimenti giorno per giorno. Tenere un diario per vederci chiaro. Non lasciar sfuggire le sfumature, i piccoli fatti anche se non sembrano avere alcuna importanza, e soprattutto classificarli..”

La vorrei raccontare così la Salernitana sull’uscita d’emergenza del 2017, prendendo in prestito le parole de “La nausea” di Sartre, uno scrittore francese che rifiutò il premio Nobel per la Letteratura solo perchè non era “ancora morto”, a suo dire solo dopo esser passato a miglior vita lo potevano giudicare davvero come letterato. Ad uno così cosa gli vuoi dire, esistenzialista, uno che potrebbe digerire anche sei pere negli ultimi 180 minuti d’andata. In Inghilterra usano il verbo “toll” quando parlano di rintocchi, costanti segnali, la paradossale continuità di non essere costanti, come suonare una campana, ritmo lento, pausa, entusiasmo, pausa, entusiasmo, pausa. Questa attuale squadra non merita più dell’attuale posizione che occupa, così come non lo meritava alla fine di maggio, la scelta di Colantuono però è un segnale in controtendenza con il solito “galleggiare”. Gennaio scoprirà le carte, il nuovo anno farà da spoiler, uno spartiacque come nel 1998, a distanza di 20 anni il futuro è adesso. Perchè in questo preciso momento storico la società deve e dovrà decidere quale percorso scegliere, vivere di rintocchi o cominciare a suonare. I salernitani, forse come pochi altri cittadini di questo paese, sanno vivere anche di speranza, tant’è che ci piace pensare al principe Arechi sul castello, dalla terrazza più alta guardando la Mannoia cantare.. “Che sia benedetta..”. Perchè come disse Camus, uno che il Nobel per la Letteratura lo accettò volentieri..

“La speranza, al contrario di quel che si crede, equivale alla rassegnazione. E vivere non è rassegnarsi”

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