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Arrestato ad Istanbul, parla il sindaco Voza: “Sottoposto a umiliazioni” – LE FOTO

Le parole del sindaco di Santomenna Massimiliano Voza

Il Sindaco Voza arrestato ad Istanbul giovedì e rilasciato venerdì ha tenuto presso la sede provinciale di rifondazione comunista una conferenza stampa sulle motivazioni del suo fermo..Il Voza, cardiologo, è frequente recarsi presso la Turchia dove in ambulatori da lui creati porta assistenza alle popolazioni in difficoltà.

“Sono stato fermato di sera all’aeroporto di Istanbul per il solo fatto di avere un biglietto aereo per Diyarbakir, il capoluogo della minoranza curda in Turchia, dove mi stavo recando come osservatore internazionale per garantire il regolare svolgimento delle celebrazioni del NEWROZ – il capodanno della minoranza curda che coincide con l’inizio della primavera – al fine di evitare soprusi e violazioni dei diritti umani, come componente di una delegazione europea invitata dal Halkların Demokratik Partisi – HDP – il partito progressista filo curdo i cui sindaci e rappresentanti sono sistematicamente vessati e imprigionati dal governo turco-.
Subito mi sono stati sequestrati passaporto, cellulari e PWD di accesso agli stessi, e i miei effetti personali”.

Ha poi proseguito il sindaco di Santomenna: “Di lì in poi c’è stata nei miei confronti una escalation di misure di restrizione dei diritti civili, prima ancora che si conoscesse il mio nome.
Quando, poi, ho dichiarato che essendo un rappresentante del Popolo della Repubblica Italiana volevo avvisare l’ambasciata per riferire dell’impedimento a svolgere il mio mandato elettivo, mi è stato negato il diritto di farlo. Tant’è che ho potuto parlare con il console solo mezz’ora prima del mio rimpatrio.
A niente è servita pure la richiesta di restituzione del cellulare del comune, che ho sottolineato essere di proprietà dello Stato italiano e della fascia tricolore che avevo chiesto per orgoglio patriottico di poter tenere salva con me.
Solo grazie a un sotterfugio sono riuscito ad avvisare in Italia con un cellulare che mi è stato prestato rocambolescamente da un cittadino kossovaro.
Sono stato espulso per surreali ‘motivi di sicurezza nazionale’, che le autorità italiane mi dicono essere riconducibili alle mie attività di supporto umanitario a sostegno del popolo curdo, come cardiologo e come attivista internazionale per la pace e i diritti umani.
Sono stanco.
Sono stato sottoposto a restrizioni della libertà personale e umiliazioni e per le prime 2-3 ore non potuto usufruire neanche dei servizi igienici.
Sono stato rinchiuso in una stanza senza finestre, con illuminazione e climatizzazione a giorno per tutta la notte, giacendo su una sedia, insieme a una dozzina di persone provenienti da tutto il mondo (Cecenia, Kossovo, Iraq, Egitto, Pakistan ecc) fermate per motivi politici.
Ho subito 3 perquisizioni, circa 6-7 interrogatori, e parlato con almeno una dozzina di funzionari di polizia turchi.
Domani terrò una conferenza stampa a Salerno nella sede del PRC.
Ora ho bisogno di un po’ di riposo.
Sperò, però, che la mia vicenda faccia riflettere i nostri governanti europei e italiani sul fatto che in Turchia è in atto una grave sospensione dei diritti civili e delle libertà personali, e che l’attuale governo non merita i nostri finanziamenti essendo concausa dei problemi in Medio Oriente e non strumento della loro risoluzione.
Prima arrestavano solo i sindaci curdi, ora, dopo le ultime scaramucce con alcuni governi europei, sono arrivati a quelli italiani!
Dal canto mio, nel rispetto del mio mandato elettivo, continuerò a stare sempre dalla parte del Popolo curdo – come di tutti i Popoli oppressi dei Sud del mondo – e a battermi nelle forme che mi saranno richieste dal Popolo curdo, per la pace, i diritti umani e la loro resistenza all’ISIS”.

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